No ai rifiuti provenienti da altri territori. Impegno a non proseguire e rinnovare i contratti di servizio in essere in scadenza al 31 dicembre. Investimenti sull'impianto di Colfelice per renderlo funzionale rispetto al trattamento di raccolta differenziata nei comuni dell'Ato di Frosinone. In più, tali direttive andranno a derogare il Contratto di servizio di conferimento dei rifiuti solidi urbani sottoscritto dai Comuni e il presidente della Saf si impegnerà, nell'arco dei prossimi sei mesi, a sottoporre all'assemblea dei soci un nuovo contratto di servizio in deroga al precedente, anche per i sindaci che già lo hanno sottoscritto. Questo il contenuto del documento approvato dall'a ssemblea dei primi cittadini della Saf di Frosinone. A proporlo è stato il Francesco Quadrini di Castelliri, poi condiviso e fatto proprio dal presidente della Provincia Antonio Pompeo e da tutti gli altri primi cittadini. Al vertice della Saf resta Mauro Vicano. Il presidente uscente ed entrante ha ottenuto 55 voti favorevoli. Nel nuovo Cda Marco Di Torrice e Daniela Mancinelli con 50 sì. Via libera anche al bilancio. Gli ok, in questo caso, sono stati 50, i contrari 3 (Colfelice, Patrica e Casalvieri) mentre gli altri si sono astenuti. La stampa ieri è rimasta fuori. Per volontà del presidente. «Per non permettere ai sindaci - ha affermato Mauro Vicano - di esaltarsi». Facendo notare che si trattava «dell'assemblea di una Spa» e non di un'assise provinciale. Alla porta anche le associazioni ambientaliste. E la tensione è salita subito alle stelle. Ci ha provato pure qualche sindaco a sollecitare un dibattito a "porte aperte". Di certo non in maniera energica come avvenne con l'assemblea dell'Ato 5.

Il presidente non si è scomposto più di tanto: avvalendosi dell'articolo 12 dello statuto, a torto o a ragione, è stato categorico: «Ho detto no». Solo qualche foto e poi ha dettato le regole del gioco. Ai 70 primi cittadini presenti (gli altri hanno pensato bene, anzi male, di starsene a casa), ha concesso il pulpito per cinque minuti, tra intervento e replica. Non prima di aver letto tranquillamente una relazione di dodici pagine, fatta di numeri e parole, sulla gestione dell'impianto di trattamento di Colfelice. Sapendo di aver già in tasca la riconferma, grazie all'intesa tra De Angelis, Scalia e Abbruzzese.

«Il bilancio - ha sottolineato - è la più chiara dimostrazione della situazione in cui si trova la società. Sulla base delle risultanze in esso contenute - ha chiosato - possiamo esprimere parere favorevole per i risultati raggiunti nel corso dell'ultimo esercizio e che ha portato a un utile netto di 413.805 euro».

Per poi evidenziare che nel primo trimestre del 2017 «i rifiuti in ingresso sono diminuiti di circa il 30 percento, sia a causa della perdurante crisi economica che ha portato come conseguenza diretta a una drastica riduzione dei consumi e sia per la precisa scelta aziendale dettata da motivi tecnici e normativi ».

Relativamente alla situazione generale, ha puntualizzato che «si presenta positiva, grazie all'attenta politica di patrimonializzazione adottata».

Un richiamo lo ha riservato a coloro che non pagano la tariffa. «Particolare attenzione - ha sottolineato - va posta ai crediti. Si rileva che nonostante i ripetuti solleciti, i tempi di incasso si sono ulteriormente dilatati e ciò ha comportato un aumento dei debiti verso le banche. Ciò ha causato una sensibile crescita degli oneri finanziari verso gli istituti di credito che nel 2016, nonostante la riduzione dei tassi di interesse applicati, sono aumentati del 42% rispetto all'esercizio precedente. Occorre quindi che i soci, nella loro doppia veste, anche di clienti, ha concluso - debbono essere sensibili in ordine al pagamento della fatture nei termini indicati».

Ma è sulla clausola di modifica al contratto di servizio che la discussione ha preso quota. I sindaci hanno preteso, in cambio dei loro sì al bilancio, la votazione di una mozione che di fatto impedisce l'arrivo dei rifiuti da Roma. L'immondizia della Capitale potrà arrivare solo in caso di emergenza. La decisione, in quel caso, spetterà al presidente della Regione, oppure al prefetto. Ma la partita non finisce qui. Mauro Vicano dovrà convocare nuovamente l'assemblea per il mese di luglio, proprio per riscrivere il contratto. Quelle clausole che i primi cittadini contestavano dovranno essere eliminate.