Il teatro romano di Ferentino è un luogo del cuore. Anzi è uno dei campioni del cuore. Con ben 8.852 voti, infatti, l'antico anfiteatro si è classificato al secondo posto a livello regionale e al trentatreesimo in ambito nazionale, su oltre 33.000 siti storici candidati del concorso "Luogo del Cuore" indetto dal Fai in tutta Italia.
Oltre al teatro romano di Ferentino, altri due siti storici ciociari si sono classificati come "Luogo del Cuore": l'area archeologica "Aquinum Romanae" di Castrocielo con 2.897 voti, classificata centododicesima a livello nazionale e undicesima a livello regionale, e il teatro comunale di Fiuggi con 2.046 voti ed il centoquarantacinquesimo posto a livello nazionale.
Al 33° posto nella classifica nazionale con 8.852 voti, i resti del Teatro romano di Ferentino risalgono all'epoca imperiale e seguono il declivio naturale della collina, raggiungendo i 12 metri di altezza e un diametro di 54 metri. Le strutture sono in parte a cielo aperto e in parte inglobate nelle abitazioni private sorte sulle gradinate. Dai resti si possono desumere ben tre modalità costruttive: con laterizio, a pietrame e mista. Proprio l'uso del laterizio permette di datare la struttura al II secolo d.C. Il teatro ha particolare valore in quanto esempio unico nella zona dei monti Ernici e testimonia l'importanza che la città aveva in epoca imperiale, importanza dimostrata anche dalle grandi Terme di Flavia Domitilla. Attualmente il luogo non è visitabile all'interno e versa in precario stato di conservazione. Il Comune di Ferentino ha già pronto un piano di restauro ed è ora in cerca di finanziamenti per permettere la riapertura al pubblico.
Al 112° posto nella classifica nazionale con 2.897 voti, l'Aquinum romana a Castrocielo sorge nella Media Valle del Liri, e si tratta di un'antica città romana così chiamata per l'abbondanza di acque, nonché nota come città natale di Giovenale. Situata lungo l'importantissima via Latina, Tito Livio la cita in relazione all'invasione punica attestando che nel 211 a.C. Annibale e le sue truppe vi transitarono diretti a Fregellae, anche se i reperti archeologici ne fanno risalire le origini in un passato ancora più remoto, ovvero alla metà del IV sec. a.C. Raggiunge il suo massimo splendore tra la fine dell'età repubblicana e la prima età imperiale, per poi decadere in seguito alle devastazioni longobarde. Al centro del sito archeologico sono presenti le terme, in buono stato di conservazione grazie a un recente restauro e visitabili previo appuntamento con gli addetti del Comune. Nonostante gli scavi e l'attività di studio, il sito ha urgente bisogno di interventi di conservazione.