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Cronaca

Viaggi fantasma, la parrocchia di Sant'Antonio si difende: «Siamo stati truffati»

Dopo la denuncia resa nota nelle scorse ore, presentata da una fedele di Sant'Elia, la parrocchia di Sant’Antonio chiarisce la sua posizione

Viaggi fantasma, la parrocchia di Sant'Antonio si difende: «Siamo stati truffati»

Viaggi "fantasma", dopo la denuncia resa nota nelle scorse ore, presentata da una fedele di Sant'Elia, la parrocchia di Sant’Antonio chiarisce la sua posizione: «Siamo stati truffati, ma stiamo facendo il possibile per risarcire i fedeli».

«A seguito delle notizie diffuse nei giorni scorsi, e in particolare il 21 marzo, giorno della festa di San Benedetto, riteniamo doveroso chiarire la posizione in merito alla vicenda legata ai viaggi parrocchiali che, purtroppo, non hanno avuto luogo - proseguono dalla parrocchia - La scorsa estate, con l’obiettivo di offrire ai fedeli un’esperienza di condivisione e crescita spirituale, abbiamo organizzato, come tante altre volte e con soddisfazione dei partecipanti, alcuni viaggi, tra cui una meta in Giappone e una a New York. Per la gestione logistica e operativa ci siamo affidati a un’agenzia di viaggi che si è rivelata essere gestita da un truffatore, il quale ha incassato le somme versate e poi è scomparso nel nulla, rendendo impossibile la partenza dei pellegrini. Appena compresa la situazione, con senso di responsabilità e grande sacrificio personale, abbiamo restituito l’80% delle somme versate ai fedeli, attingendo dalle nostre risorse personali e con l'accensione di un finanziamento. Nei mesi successivi abbiamo inoltre continuato a incontrare coloro che attendevano ancora il rimborso, stabilendo un piano di restituzione che è stato condiviso con la quasi totalità delle persone coinvolte».

Poi sottolineano: «L’unica persona rimasta fuori da questa soluzione è una donna residente a Sant’Elia Fiumerapido, che ha scelto di non partecipare agli incontri né di aderire al piano di restituzione. È stata proprio questa persona, nei giorni scorsi, a presentare denuncia per truffa nei nostri confronti. Troviamo singolare che questa notizia sia stata resa pubblica proprio il 21 marzo, giorno dell’onomastico di uno di noi e festa del Santo Patrono di Cassino. Tale tempistica appare come un tentativo di gettare ombre sulla nostra attività pastorale e sulla nostra comunità, che da anni si impegna con passione nell’accoglienza, nella solidarietà e nel supporto ai più deboli». A supporto della trasparenza dell'iter seguito, la parrocchia ha anche portato la testimonianza di fedeli già risarciti.

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