Vaccini obbligatori negli asili nido, esperti a confronto in commissione salute. Tanti aspetti vanno considerati, la Regione sta cercando di avviare un percorso a cui possano prendere parte anche realtà molto diverse che insistono su un territorio, quello del Lazio vasto e con punti di criticità.
In discussione c'è la proposta di legge numero 361, di iniziativa della giunta, sull'assolvimento dell'obbligo vaccinale per l'accesso negli asili nido pubblici, su questo gli esperti sono stati ascoltati e tra pareri anche differenti hanno disegnato un quadro ben preciso di quelle che sono le priorità in termini di vaccini e bambini.
Ad esempio, il presidente della Società italiana di pediatria (Sip) e dirigente pediatra all'ospedale Bambino Gesù, Alberto Villani, ha richiamato l'attenzione sui tanti bambini che, per svariati motivi, non possono vaccinarsi e quindi sono particolarmente esposti a virus e batteri, che sarebbero maggiormente tutelati in caso di approvazione della proposta di legge all'attenzione della commissione. «La poliomelite non è affatto scomparsa e debellata, è presente in quattro grandi nazioni in cui è endemica: territori vasti come l'India con cui l'Italia intrattiene numerosi rapporti - ha tenuto a precisare -. A Roma, lo scorso anno, abbiamo poi avuto delle morti per pertosse, una patologia considerata banale ma per per la quale le immunizzazioni sono in evidente calo su base regionale».
Villani si è dichiarato favorevole, pertanto, a tutti i tipi di vaccini, obbligatori e raccomandati, e ha raccomandato alla Regione Lazio di abbinare all'intervento legislativo una adeguata campagna di informazione e di promozione rispetto al tema della prevenzione. Diversa la posizione invece di Eugenio Serravalle, pediatra e presidente di Assis, consorzio che promuove «una medicina rinnovata, personalizzata e umanizzata», secondo il quale «è troppo scarsa l'informazione in possesso dei genitori che vaccinano i propri figli». Per Serravalle «non sussistono possibilità di trasmettere in asilo le quattro patologie oggetto delle immunizzazioni obbligatorie, alcune delle quali non presenti in Italia dagli anni Novanta. Il vero problema - ha aggiunto - è rappresentato semmai da malattie come la pertosse o il morbillo, i cui antidoti restano tuttora facoltativi».
Com'è noto nella proposta di legge sui vaccini si andrebbe ad intervenire su un'altra legge regionale la numero 59 del 1980 (norme sugli asili nido) introducendo un articolo aggiuntivo sull'assolvimento delle prescrizioni relative ai quattro vaccini attualmente previsti per tutti i nuovi nati: antidifteritica, antitetanica, antipoliomielitica e contro l'epatite B. Tra le posizioni favorevoli anche quella del segretario regionale della Federazione italiana medici di medicina generale, la dottoressa dottoressa Maria Corongiu. Un invito a ben monitorare le singole realtà è arrivato dalla segretaria regionale della Federazione italiana medici pediatri, Teresa Rongai, «Siamo a conoscenza - ha commentato - di asili in cui la maggior parte dei bambini non è vaccinata in nessun modo e sono tanti i genitori che si rivolgono a noi pediatri preoccupati di questa circostanza sempre più frequente».