Dall'esasperazione all'esposto. La storia è quella di E. F., un sorano di 89 anni che da sette giorni è "parcheggiato" su una barella nel pronto soccorso del Santissima Trinità in attesa di un letto in reparto che si è liberato solo ieri sera dopo sette giorni di attesa. Ieri pomeriggio, prima che l'uomo fosse finalmente ricoverato, i suoi familiari sono andati al commissariato di polizia per denunciare il fatto.

«Sono stata spinta a fare un esposto perché non ho più alcuna arma per difendere mio nonno - spiega Ramona Fantauzzi, di Castelliri, nipote dell'anziano in attesa di ricovero - Ho visto e ascoltato anche troppo. Mio nonno è arrivato con l'ambulanza in codice giallo per una crisi respiratoria la scorsa settimana e da giovedì 2 febbraio è adagia- to su una barella. Non è una situazione accettabile. Parliamo di una persona malata di 89 anni che non vuole più stare in quelle condizioni, in un camerone insieme d altri pazienti, e ci chiede di tornare a casa. Mi avevano assicurato il trasferimento in reparto, in un letto degno di questo nome, e invece siamo sempre qui».

La giovane donna ha trascorso queste interminabili giornate, insieme ai suoi familiari, a tentare di calmare il nonno e convincerlo ad attendere ancora. L'anziano però non riesce a riposare, si sente preso in giro e insiste per essere riportato a casa. Nell'esposto sottoscritto dalla nipote emerge tutta la rabbia legata all'incredibile "parcheggio" in pronto soccorso che sembra non avere fine. «I medici dicono che mio nonno deve essere ricoverato in reparto per seri problemi cardiaci e respiratori. Sono loro i primi a lamentarsi per la carenza di posti-letto».

Ieri sera, come detto, la situazione si è sbloccata e finalmente l'anziano è stato trasferito nel reparto di Medicina dove sarà assistito meglio. La nipote, però, non ha alcuna intenzione di ritirare il suo esposto: «Chiedo che sia trasmesso alle autorità competenti e che venga adottata un'iniziativa urgentissima per risolvere questo problema».