«Per donare il sangue non bisogna essere superuomini né eroi, è sufficiente essere sani ed aver compiuto diciotto anni. Il sangue con i suoi componenti costituisce per molti malati un fattore unico e insostituibile di sopravvivenza».
Abbiamo voluto riportare queste frasi per introdurre una realtà importante sul territorio, dove la solidarietà, l’altruismo, l’amore, la dedizione, l’impegno possono racchiudersi in un unica parola: Avis. Abbiamo incontrato chi, insieme al suo staff, da anni sta dando il suo aiuto per il prossimo, Mario Rossi, presidente Avis comunale di Frosinone, per riuscire a fornire scorte di sangue per garantire il diritto all’assistenza gratuita, terapeutica e chirurgica a tutti i malati e la materia prima alle industrie farmaceutiche per la produzione di medicinali.
Un’emergenza che cresce sempre più, con sacche di sangue di cui si ha un grande bisogno, come anche della risposta dei cittadini. E proprio questa mattina, per rispondere alle esigenze e criticità delle scorte di sangue necessario negli ospedali della Regione Lazio, saranno nel centro trasfusionale di Frosinone per la raccolta straordinaria di sangue con la presenza del gruppo giovani di Avis comunale per assistere i cittadini e fornire tutte le informazioni dedicate.
Nella associazione onlus che si trova in Viale Mazzini, a Frosinone, si portano avanti diverse attività grazie e soprattutto anche a persone di “cuore”, cittadini, imprenditori, commercianti e tutti gli “sponsor” che hanno fatto del loro gesto d’amore una missione di solidarietà. Esercizio prioritario quello della donazione di sangue, con assistenza burocratica nel trattamento dati dei soci e tesseramento, informativa e di contatti con istituzioni, enti, strutture sanitarie per trattamento di info medico-sanitarie a servizio dei cittadini e soci; la programmazione e realizzazione di più eventi mensili per raccolta sangue nel Centro trasfusionale Asl; la pianificazione e realizzazione di incontri informativi.
L’associazione è anche un punto di riferimento logistico per la “donazione di organi”, dunque referenti, accreditati previo “proto - collo di intesa” con la Asl di Frosinone, per la sensibilizzazione, raccolta e consegna delle adesioni di avvenuta registrazione sul database del “Ministero della Salute” e del tesserino tascabile per la manifestazione di volontà espressa “Sì o No”. Sono, inoltre, impegnati con i progetti risocializzanti, gestiti dalle equipe mediche del DSM-ASL di Frosinone, avviati con protocollo di intesa, per cui i soggetti interessati hanno la sede a disposizione come luogo di lavoro, con relative indennità per la durata di un anno, per vivere situazioni di vita sociale a contatto con i volontari e i cittadini.
Il presidente Rossi ricorda anche che «siamo in grado di informare chiunque voglia interessarsi sulla iscrizione all’Admo; per cui mettiamo in contatto con i referenti regionali per gli esami sulla “tipizzazione” e ottenere l’iscrizione al database nazionale dei donatori di midollo osseo». Con la tessera Avis, tra l’altro, si accede alle convenzioni che sono state attivate in vari esercizi commerciali; in più diventando un donatore si ha diritto annualmente alla radiografia toracica ed elettrocardiogramma, vaccinazioni ed esami gratuiti, oltre al fatto che ogni volta che si effettua la donazione arriveranno comodamente le analisi a casa tramite posta o via e-mail.
Rossi invita a visitare il sito «che è in continuo aggiornamento: www.avisfrosinone.it per seguire tutte le novità, come le convenzioni accennate precedentemente, di cui possono beneficiare i nostri soci donatori e collaboratori Avis». Nella sede in viale Mazzini abbiamo incontrato anche il vice presidente, Tommaso Nardozi, 80 anni, orgoglioso di continuare a far parte dell’associazione, a servizio del sociale. Con lui e Rossi, venerdì abbiamo incontrato anche Marta De Santis e Massimiliano Andretta, orgogliosi di farparte di uno staff che cerca di fare tutto il possibile per garantire un importante servizio. «Lo scopo sociale del nostro Statuto è quello di raggiungere l’autonomia per le sacche di sangue senza doverle importare - conclude Rossi- ma dobbiamo anche portare avanti con la Asl l’insediamento del macchinario per le aferesi, quello sì sarebbe un successo della Asl provinciale, e non dipendere addirittura da una Avis comunale (Latina) che grazie al sostegno degli enti locali fa scuola».