La radioterapia oncologica ha raggiunto risultati insperati fino a qualche anno fa, vivendo una fase di transizione da terapia palliativa a curativa ormai consolidata nella letteratura scientifica. Evoluzione tecnologica, medicina di precisione e protocolli mirati sono gli elementi che consentono oggi alla radioterapia oncologica di essere indicata in oltre il 60% dei casi oncologici e di essere un trattamento radicale per combattere il cancro in oltre il 30% dei casi: un dato importante e consolidato.
«Ogni paziente è diverso e ogni tumore è diverso. Per questo la radioterapia personalizzata rappresenta,
oggi, una grande opportunità per la cura del cancro. In alcune neoplasie - spiega Vittorio Donato, direttore
scientifico del Gruppo INI - come quelle della cervice, di prostata, ano, polmone in fase iniziale, laringe e testacollo la radioterapia è un trattamento curativo con percentuali di guarigione sovrapponibili a quelle della
chirurgia. Inoltre nell'odierna nuova prospettiva dell'oncologia il trattamento radioterapico stereotassico
svolge un ruolo fondamentale per alcune particolari lesioni metastatiche. Ma attenzione, anche le
radioterapie non sono tutte uguali, così come non lo è la dose, la durata e la frequenza del trattamento.
L'aggiornamento tecnologico dei macchinari - prosegue Donato - sia diagnostici che terapeutici su tutto il
territorio nazionale è davvero molto importante e deve essere un obiettivo di medio periodo. Non è un caso
che nel PNRR per la prima volta sia previsto. Un macchinario all'avanguardia oltre ad una precisione che
definirei balistica, consente di ridurre sensibilmente il numero delle sedute nel ciclo. Fino a qualche anno
fa, per fare un paragone, occorrevano oltre 35 sedute per il trattamento di un tumore alla prostata. Oggi,
per lo stesso tumore, è possibile ridurre a 20 le sedute, ed in casi particolari e selezionati anche a 5.
Applicando questo "risparmio" su larga scala, possiamo immaginare quanto si ridurrebbero le liste d'attesa,
trattando così molti più pazienti oltre a migliorarne la qualità di vita.
In questi ultimi anni stiamo assistendo – conclude Donato – a un vero cambio di paradigma nella cura dei
tumori che mette in campo tutte terapie disponibili, anche le più innovative, per raggiungere un obiettivo
comune: il benessere del paziente. È questa, oggi, la vera sfida. Studiare la migliore strategia di cura per poi
adattarla non ai pazienti ma al paziente. La radioterapia, come le altre terapie oncologiche, si sta affacciando al futuro prossimo con grande fiducia per riuscire a identificare, grazie alla genomica e all'intelligenza artificiale, i pazienti che maggiormente gioveranno del trattamento».