Quella dell'ortottista è una figura sanitaria che si occupa di prevenzione e riabilitazione dei deficit motori e sensoriali della visione. Si tratta di una professione ancora poco conosciuta in Italia e, proprio per questo, la dottoressa Rachele Tersigni pone tra i suoi obiettivi la diffusione e la divulgazione delle attività di questi professionisti. Si tratta, infatti di una figura di fondamentale importanza per lo sviluppo visivo, soprattutto in età prescolare e scolare. Laureata all'Università degli Studi de L'Aquila a novembre 2021 con la votazione di 110 e lode, la dottoressa Tersigni ha iniziato a lavorare nella casa di cura INI Città Bianca da marzo di quest'anno. L'abbiamo intervistata.

Di cosa si occupa l'ortottista?
«L'ortottista è un professionista sanitario che lavora in team con medici e altre figure. Mi occupo della parte di screening nell'età prescolare e scolare, di casi di astenopia, quindi di difficoltà nella lettura da vicino e difficoltà di visione nelle persone che lavorano con i videoterminali, oltre che dei deficit di convergenza. Lavoro in equipe anche con logopedisti e terapisti della neuropsicomotricità, in relazione ai di sturbi specifici dell'apprendimento strettamente collegati alla visione. Mi occupo, inoltre, di prevenzione e trattamento dell'ambliopia, disturbo comunemente conosciuto come "occhio pigro", che è una condizione che interessa principalmente il bambino, soprattutto perché il periodo riabilitativo funzionale è limitato ai sette, al massimo otto anni di età».

Ci dice qualcosa di più sull'ambliopia?
«Viene trattata e riabilitata soltanto dall'ortottista ed è un disturbo che, se preso nei giusti tempi, è facilmente risolvibile. A volte richiede l'utilizzo di una benda sull'occhio, che permette al cosiddetto "occhio pigro" di lavorare di più. Si tratta di una terapia ortottica con la quale si riescono a ottenere buoni risultati. Sia la prescrizione delle bende che quella di filtri, ad esempio i filtri Bangerter, che vanno applicati sulle lenti, o la prescrizione di prismi o ausili ottici per la riabilitazione sono di mia pertinenza. Mentre la prescrizione di ausili oculari per qualsiasi tipo di difetto refrattivo è di pertinenza del medico oculista».

Cosa accade se non si interviene entro l'ottavo anno di età?
«Successivamente all'età di otto anni la riabilitazione non avrebbe l'effetto sperato e sarebbe finalizzata non tanto alla correzione, quanto piuttosto a evitare un peggioramento. Il range di azione è molto basso. Si cerca di prevenire più possibile perché in campo riabilitativo si può fare tanto, ma nei giusti tempi. Dunque se non si interviene entro questa fase si può parlare di mantenimento, ma non di miglioramento delle problematiche».

Per quali disturbi gli adulti si rivolgono a lei?
«Mi occupo della prevenzione e della misurazione degli strabismi, in tutte le età, e del trattamento delle diplopie, cioè della visione doppia, conseguenti a traumi neurologici, principalmente in età adulta, cooperando con l'Istituto Neurotraumatologico Italiano».

In che modo si fa prevenzione? E quando bisogna rivolgersi all'ortottista?
«La prevenzione dei disturbi visivi parte già da i primi anni di età. Spesso vengono organizzate giornate di screening dalle scuole o da alcune associazioni. In altri casi è il pediatra a consigliare una visita ortottica, ma anche l'oftalmologo. Questo tipo di visita è consigliabile già dal terzo anno di vita e negli scatti di crescita, se non ci sono problematiche pregresse. Nel momento in cui, invece, ci si accorge che nel bam bino sono presenti problematiche, si interviene anche prima. Si cerca di effettuare delle visite ortottiche negli scatti di crescita perché sono quei periodi di vita in cui il bambino potrebbe manifestare dei problemi. Sarebbe buona norma, dunque, fare dei controlli dal terzo anno di età e poi ogni anno o due, se non ci sono problematiche. Al manifestarsi di disturbi, invece, sarà il professionista a consigliare i controlli a cadenza più ravvicinata, valutando caso per caso».

Qual è il percorso di studi per accedere a questa professione?
«Il percorso di studi per diventare ortottista consiste in un corso di laurea triennale in "Ortottica ed assistenza oftalmologica" , nell'ambito della facoltà di Medicina e chirurgia. Nel corso dei tre anni si studia tanta teoria, ma viene fatta da subito moltissima pratica. Io ho effettuato il tirocinio presso il presidio ospedaliero San Salvatore de L'Aquila all'interno della clinica oculistica. Prima della discussione della tesi di laurea è prevista una prova abilitante, per cui dal giorno in cui si viene proclamati dottori è possibile accedere all'albo di appartenenza, che è quello dei tecnici di radiologia medica e delle professioni sanitarie della riabilitazione e della prevenzione».