È stata depositata alla Pisana, prima firmataria Eleonora Mattia (Pd), presidente della IX Commissione consiliare permanente Pari opportunità, e Salvatore La Penna (Pd) la proposta di legge cosiddetta "0/6", composta da 9 capi e 52 articoli e contenente le "Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione per l'infanzia".

«Siamo la prima regione in Italia – afferma Eleonora Mattia – a prevedere, dando seguito a quanto stabilito dalla riforma sulla cosiddetta "Buona Scuola", l'istituzione di un sistema integrato di educazione e di istruzione dai primi mesi di vita fino a 6 anni, costituito da asili nido e servizi educativi per l'infanzia, per garantire alle bambine e ai bambini pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali. In questo modo puntiamo anche alla conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori, nonché alla promozione della qualità dell'offerta educativa e della continuità tra i vari servizi educativi e scolastici e la partecipazione delle famiglie. Saranno, in particolare, promossi e sostenuti i coordinamenti pedagogici territoriali in un'ottica di costruzione di una rete di tutti i servizi dedicati alla fascia dai primi mesi fino ai 6 anni di età (asili nido, servizi integrativi, scuole di infanzia, pubbliche e private) prevedendo anche la formazione attraverso il piano nazionale dei finanziamenti».

«Nel redigere la proposta di legge – precisa la Mattia – ci siamo confrontati con i rappresentanti degli operatori, dei comuni e dei soggetti coinvolti a vario titolo, definendo i principi fondamentali: 1) lo sviluppo unitario delle bambine e dei bambini, mediante la continuità educativa e scolastica, evitando che il passaggio da un ciclo di istruzione all'altro sia di ostacolo a tale processo; 2) il sostegno alle famiglie, prime e fondamentali istanze educative delle bambine e dei bambini, coinvolgendole nella definizione delle scelte educative; 3) la riduzione, fino all'eliminazione, degli svantaggi culturali, sociali e relazionali attraverso l'integrazione e l'inclusione dei piccoli utenti dei servizi, senza alcuna distinzione; 4) l'utilizzo di personale altamente qualificato e laureato».