Sanità
20.11.2025 - 09:04
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Foto di Massimo Scaccia
Due giorni di riflessioni e spunti sulla sanità, per restituire ai cittadini un sistema più forte ed efficace, a favore di chi ne ha bisogno. Si è conclusa ieri, nella suggestiva cornice delle Corsie Sistine del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, la due giorni dal titolo “Stati generali della salute” della Regione Lazio. Il presidente Francesco Rocca, che dal palco dell’evento ha chiuso i lavori, ha ringraziato Andrea Urbani, responsabile della Direzione regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria. Ha detto Rocca: «Grazie ad Andrea Urbani per il lavoro svolto e a tutti quanti hanno preso parte a questa iniziativa. Ho detto proprio a Urbani che questi tavoli tematici devono continuare, incontrarsi periodicamente e fare un lavoro di verifica in merito agli obiettivi che tavolo per tavolo sono stati indicati con chiarezza». Poi ha proseguito: «I dati sul lavoro svolto in questi anni dalla Regione non devono essere messi in dubbio. Io spero, anche quando non sarò più presidente, di aver comunque lasciato il segno. Spero che i direttori generali non vadano più misurati in base all’appartenenza politica ma in base a quanto hanno fatto. Non ho mai chiesto a direttori, funzionari o primari che partito votassero: non mi appartiene come cultura. Questa deve essere la sanità di tutti i cittadini. Guai a cedere alla politica o all’amicizia nel rinnovare i primari: dobbiamo dare spazio a chi vale, al merito». Un messaggio netto e chiaro da parte del presidente Rocca, che non lascia spazio a interpretazioni.
I lavori
A prendere parte agli Stati generali della salute del Lazio sono state oltre 700 persone tra operatori, esperti e stakeholder del settore. Nella giornata di ieri, per la presentazione dei risultati dei tavoli di lavoro, erano presenti, oltre al presidente Rocca, anche il direttore di Ares 118 Narciso Mostarda e i direttori generali delle Asl di Frosinone e Latina, rispettivamente Arturo Cavaliere e Sabrina Cenciarelli. «L’obiettivo è quello di potenziare le strutture presenti nel nostro servizio sanitario provinciale. Vogliamo apportare nuove professionalità all’interno della provincia e rafforzare il servizi anche attraverso le Case di Comunità» ha sottolineato Arturo Cavaliere. Diversi gli spunti emersi proprio dai vari tavoli degli Stati generali della salute, e diversi anche gli obiettivi per le varie istituzioni ed enti. Tra questi Ares 118, che come spiegato dal direttore Narciso Mostarda, esce con le idee ben chiare dal confronto attivo: «Abbiamo un grande obiettivo: quello di spendere tutto il tempo che abbiamo a disposizione per formare i professionisti. I nostri interventi durano solitamente pochissimi secondi e per essere bravi a farlo bene, in così poco tempo, ci vuole una formazione adeguata, lunga, fatta di addestramento e sguardo aperto alla tecnologia. Vogliamo modernizzare l’intervento di emergenza in tutti gli scenari».
Un confronto proficuo, dunque, come sottolineato anche da Sabrina Cenciarelli, direttore della Asl di Latina: «Gli Stati generali stanno a rappresentare lo stato dell’arte di due anni e mezzo di lavoro di questa Regione, con il coinvolgimento di tutte le aziende ospedaliere. Abbiamo fatto il punto su tutti i progressi che sono stati fatti, dall’abbattimento dei tempi per le liste di attesa e non solo. I tavoli tematici hanno portato a nuove proposte che verranno messe in pratica nel prossimo futuro».
I risultati
A proposito di tavoli di lavoro, nella giornata di ieri una platea di esperti ha presentato i risultati del confronto avvenuto nella giornata di martedì. Dieci i macrotemi che sono stati discussi: liste d’attesa e appropriatezza, risorse umane, salute mentale, rapporto con il privato accreditato, umanizzazione delle cure e partecipazione dei cittadini, sostenibilità del sistema sanitario nazionale a medio-lungo termine, analisi dei bisogni di salute e invecchiamento della popolazione, ruolo del volontariato, assistenza protesica e farmaci, tecnologie innovative e sostenibilità. Un confronto, dicevamo, proficuo, che ha permesso di analizzare punti di forza e punti deboli di ciascuna macroarea, definendo inoltre gli obiettivi futuri. Per quanto riguarda le liste d’attesa, ad esempio, vi è la necessità di definire raccomandazioni di appropriatezza clinica e regole per la prescrizione appropriata. Le risorse umane, invece, richiedono retribuzioni più alte e differenziate, oltre all’aumento dell’attrattività delle specializzazioni e delle competenze infermieristiche. Particolare importanza è stata data inoltre alla salute mentale con l’aumento dei servizi e il potenziamento delle risorse umane nei servizi per le dipendenze. Per quanto riguarda il rapporto con il privato, sarà promossa la collaborazione con grandi gruppi erogatori con il rafforzamento del rapporto per aree strutturali critiche.
E ancora, in ottica umanizzazione delle cure, si insisterà sull’adozione di un approccio olistico per la presa in carico del cittadino. Particolare importanza verrà data agli investimenti per favorire corretti stili di vita e prevenzione, in ottica sostenibilità. Per quanto riguarda invece l’invecchiamento della popolazione è emerso il bisogno di creare modelli e strumenti per l’analisi dei bisogni di salute basati su dati territoriali, di comunità e individuali. E ancora spazio al volontariato, soprattutto nelle nuove Case di Comunità, con una formazione vera e propria per chi vorrà mettersi al servizio degli altri. Per quanto riguarda l’assistenza protesica, invece, c’è bisogno di informatizzare il processo e ridurre i tempi di consegna. Infine, parlando di farmaci e tecnologie innovative, gli esperti hanno sottolineato la necessità di promuovere attività di Horizion scanning.
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