Esattamente dieci anni fa, sotto il peso di un autocarro che lo attraversava, crollava il ponte di Piedi le Piagge, nell’omonima contrada di Atina. Era il 5 ottobre del 2005.
Quel ponte univa la regionale 627 con la viabilità locale sull’altra sponda del torrente Mollarino lungo la quale sorgono molte contrade con una popolazione non indifferente la maggior parte dedita all’imprenditoria rurale, con aziende agricole, casearie e dell’allevamento animale. Ma nel pomeriggio di quel mercoledì di dieci anni fa, d’un colpo si interruppero i collegamenti viari fatti di strade tra aree densamente popolate e la viabilità provinciale e regionale, giornalmente percorse da auto e autocarri, scuolabus e macchine agricole. Subito le autorità cittadine (era sindaco Lino Cerri), quelle provinciali e degli organismi statali periferici (genio civile), accorsero per sincerarsi della gravità dell’accaduto: il crollo del ponte fu addebitato alle strutture eccessivamente vecchie che lo tenevano in piedi; costruito agli inizi degli anni sessanta dagli enti di bonifica aveva il compito di unire aree fortemente agricole che cercavano di ripartire dopo lo sconquasso della seconda guerra, infatti, altri due ponti simili sorgono sul Mollarino a monte e a valle come quello crollato e per decenni furono gli unici a svolgere il fondamentale servizio di collegamento tra le due sponde del torrente. Nei giorni seguenti il crollo furono molti a volersi intestare la ricostruzione del ponte e, come accade in casi del genere, i giorni (e le promesse) passarono fino al contentino arrivato due anni fa quando sul Mollarino si realizzò di sana pianta un ponte ma a un chilometro più a monte. «Ma è nel nostro programma di opere pubbliche ricostruire quell’importante opera di collegamento in una contrada che non può rimanere ancora a lungo isolata» dice Silvio Mancini, sindaco di Atina.
«È una priorità è già stiamo studiando il da farsi» annuncia il sindaco. Si spera che l’intervento sia calendarizzato nel breve tempo: le strade afferenti quello in sostituzione non rispondono ai normali standard: l’accesso da sinistra stretto tra le case e impedisce agli automezzi più ingombranti di arrivare al nuovo ponte