Disposte cure psichiatriche obbligatorie per un migrante del sistema Sprar. Ieri mattina l’intervento dei sanitari che hanno eseguito l’ordinanza del sindaco Simonelli. Il trattamento sanitario obbligatorio è stato emesso a carico di un giovane di nazionalità bengalese, residente ad Arce e facente parte del programma comunale di protezione dei rifugiati.

A quanto pare l’uomo, almeno da qualche settimana, ha iniziato a dare evidenti segni di squilibrio, tanto da far preoccupare sia i compagni di casa che gli operatori che prestano assistenza al gruppo. In diverse occasioni si sarebbe allontanato dall’abitazione assegnata senza avvisare, assumendo nel contempo un atteggiamento irascibile e abbastanza violento.

A nulla sono valsi i tentativi degli operatori e dei psicologi di far ragionare il giovane e di sottoporsi volontariamente alle cure. A preoccupare ulteriormente è stato il cambio repentino di condotta. Il bengalese, infatti, è stato sempre molto tranquillo e collaborativo con tutti, tanto da essere considerato uno dei migliori elementi assegnati ad Arce. Qualcosa improvvisamente deve averlo turbato, tanto da poter arrivare a rappresentare un potenziale pericolo per sé e per gli altri.

Negli ultimi tempi, comunque sia, si sono moltiplicati i casi di richiedenti asilo che arrivano con bisogni di salute mentale e di cura. L’emergenza del Nord Africa è sempre più aspra ed esasperata portando rifugiati e richiedenti asilo che sempre più spesso sono stati vittime di torture e di molteplici violenze.

Un fenomeno che preoccupa anche i cittadini: se da un lato si rendono conto delle sofferenze, dall’altro vivono con timore le conseguenze di questi disagi psichici. Il giovane è stato trasferito all’ospedale di Sora, dove sarà sottoposto a ulteriori accertamenti e cure.