«E pensare che, ancora nel 2014, Maurizio Landini voleva vendere il marchio Alfa ai rivali tedeschi. Diceva che per Fca era l’unica via d’uscita. Fosse stato per lui e per la Fiom, giovedì a Piedimonte non ci sarebbe stata nessuna festa e oggi avremmo parlato di licenziamenti e non di assunzioni».

Il segretario nazionale della Fismic Roberto Di Maulo non perde l’occasione per evidenziare il ruolo decisivo del suo sindacato che ha sempre creduto al piano industriale di Marchionne che su Cassino - rivela sempre Di Maulo - prevede nei prossimi due anni altri due modelli: l’Alfetta e la nuova Giulia: «Solo per un difetto di progettazione che ha causato ritardi gli operai ancora non sono tutti in fabbrica, ma ora gli anni difficili sono passati. La visita di Renzi e l’annuncio fatto da Marchionne conferma che siamo fuori dal tunnel».

Fiduciosa si dice anche la Uilm di Giangrande: «Cassino - spiega il segretario - ha una capacità produttiva di oltre mille vetture al giorno, molto dipenderà da come andranno sul mercato Giulia e Stelvio, ma speriamo che già nei primi mesi del 2017 possano tornare in fabbrica tutti gli operai senza aspettare il 7 maggio».

Fuori dal coro la Fiom che con il segretario provinciale Donato Gatti ironizza: «Viste le aspettative create da Marchionne su questo stabilimento contavamo che l’annuncio di assunzioni fosse di almeno 3000 operai. Quello che veramente dispiace è che nessuno ha parlato dell’incidente avvenuto la sera prima in fabbrica: bisognerebbe interrogarsi sul perchè accadano queste cose: sono ritmi insostenibili».