Corruzione e turbativa d’asta al Comune di Balsorano: oggi l’interrogatorio di garanzia del sindaco di Campoli Appennino, Pietro Mazzone. Dovrà presentarsi al tribunale di Avezzano, questa mattina, insieme al suo legale difensore, l’avvocato Piergiorgio Merli, per difendersi dalle accuse che gli sono state mosse dalla procura della Repubblica.

L’operazione, condotta dal personale della squadra mobile, dal commissariato di Avezzano e dalla sezione di polizia giudiziaria, ha concluso un’elaborata indagine relativa a diversi reati contro la pubblica amministrazione che ha coinvolto alcuni amministratori, liberi professionisti e titolari d’imprese private. Un’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco di Campoli Appennino, Pietro Mazzone, responsabile del servizio tecnico del Comune di Balsorano.

L’ingegnere è stato prelevato venerdì mattina in Comune e posto agliarresti domiciliariin attesa dell’interrogatorio, fissato appunto per la giornata odierna.Per gli stessi fatti sono indagati: Mauro Tordone, sindaco di Balsorano; Francesco Valentini, consigliere di maggioranza e assessore; Gino Capoccitti, già vicesindaco, attualmente consigliere comunale di maggioranza; Rocco Tullio Servio, già assessore; Silvana Caringi, titolare della ditta omonima; Alessandro Gismondi, rappresentante della ditta “Caringi Silvana”; Alessandra Magnarini, geometra, (sospensione per la durata di mesi 12 dall’esercizio della professione); Aquilino Tatangelo, ingegnere, (sospensione per la durata di mesi 12 dall’esercizio della professione).

«Sostanzialmente quei dipendenti pubblici, per finalizzare il disegno criminoso, hanno formato - ha spiegato il capo della squadra mobile Gennaro Capasso - atti amministrativi diretti a favorire i titolari delle imprese nell’assegnazione di appalti inerenti l’affidamento di servizi e lavori pubblici, quali la manutenzione delle lampade votive cimiteriali; gli incarichi di direzione lavori di completamento riqualificazione urbana delle aree di proprietà dell’ente comunale; la costruzione di un nuovo plesso scolastico e dismissione dei preesistenti edifici delle scuole media e materna». I reati contestati sono l’abuso d’ufficio, turbativa d’asta, corruzione e falsità ideologica.