I suoi parrocchiani e chi lo ha conosciuto da vicino non esita a definirlo âuna colonna di Paestumâ, come i templi antichi simbolo della città . Don Mario Terrezza, parroco della località campana di Capaccio per trentacinque anni, che da due mesi era tornato a San Giorgio a Liri, nel suo paese natale, si è spento nella giornata di lunedì nella sua casa, circondato dallâaffetto dei familiari che non lo hanno lasciato mai solo.
Dalla sua Paestum sono giunti parrocchiani in pullman per salutarlo per lâultima volta. Ottantuno anni, di cui trentacinque trascorsi nella cittadina di Capaccio, sacerdote dalle doti di empatia e generosità , fanno di lui un vero e proprio simbolo da ricordare per sempre. Storico parroco della Basilica paleocristiana sita nellâarea archeologica di Paestum, don Mario è stata la guida spirituale della parrocchia della Santissima Annunziata.
Apparteneva allâordine dei Vocazionisti e aveva âpreso messaâ la prima volta sotto don Giustino Russolillo, fondatore della Società delle Divine vocazioni, dichiarato beato il 7 maggio 2011 da papa Benedetto XVI. Di lui tutti ricordano in particolare lâimpegno in prima fila per le celebrazioni della Santissima Annunziata e nella promozione del Carnevale cittadino e della Festa del Carciofo. Toccanti le parole che gli ha riservato, a S. Giorgio a Liri, lâex sindaco Achille Migliorelli: «Ho appreso solo qualche ora fa che il mio caro amico don Mario non c'è più. Dire cosa provo è assai difficile. Negli anni ho imparato a conoscerlo come persona estremamente disponibile ed affettuosa. Sono stato Suo ospite, per alcuni mesi, presso la âPalomaâ a Paestum.
Ricordo le gentilezze, che mi ha donato, dimostrando un senso dellâamicizia fuori dal comune. In quel periodo ho imparato a conoscere lâabnegazione con cui portava avanti la âcasaâ e la solidarietà , che dedicava a chi gli stava vicino: a me, a fraâ Giuseppe, a âFilipponeâ.
Mai uno sgarbo, una manifestazione di indifferenza, meno che mai di alterigia: sempre pronto ad ascoltare, sempre pronto a venire incontro ai suoi tre amici ospiti. Certo è che, pensandoci bene, non è facile incontrare persone come Lui. Il dolore è enorme. Anche perchè la malattia lo ha portato dal suo Signore in maniera inaspettata: non molto tempo fa era con noi a festeggiare i Suoi nipoti, oggi siamo costretti a piangerlo con tenerezza ed amore. A tutti i suoi cari, io come tante altre persone di buona volontà , ci stringiamo in un immenso rimpianto».