Chi deve pulire gli uffici comunali? Questa è la domanda che, probabilmente, si è posta lâamministrazione Caligiore a fine luglio. Ieri è arrivata la risposta. A nove dipendenti comunali, inquadrati nella categoria A2, è stata recapitata una lettera in cui si legge, tra lâaltro: «Con decorrenza 7 settembre e fino a nuovo ordine, effettuino oltre alle mansioni attualmente svolte, per una parte dellâorario dâobbligo, anche il servizio di pulizia dei locali comunali».
I fatti
Il 29 luglio scorso, a firma della responsabile del I Settore, Diana DâAmico, è stato pubblicato un avviso di mobilità interna rivolto al personale dipendente in servizio a tempo indeterminato di categoria professionale A (operaio) da assegnare alla pulizia degli uffici comunali. Al momento gli operaisono così impiegati: cinque alla nettezza urbana, due al cimitero e i restanti agli spazi verdi e pista di atletica. Lâavviso è rimasto pubblicato sullâalbo pretorio fino al 5 agosto, ma nessuno dei dipendenti ha presentato domanda.
à stato a questo punto che lâamministrazione, che pure starebbe valutando una turnazione tra gli operai, li ha âprecettatiâ. Il 5 settembre ci sarà una riunione presso gli uffici competenti per pianificare il lavoro e il 7 tutti con la ramazza in mano.
Fatti salvi i diritti dei lavoratori, unâamministrazione che paga loro lo stipendio può decidere come impiegarli oppure no? Per il consigliere di Urd Manuela Maliziola, no. à lei a farsi portavoce del âdisagioâdi questi lavoratori: «Con tale provvedimento il sindaco, ancora una volta, ha dimostrato scarsa attenzione ai diritti e alle prerogative dei lavoratori comunali, dimenticando che questâultimi non sono alle sue dipendenze. à assurdo che egli consideri i dipendenti, non come persone titolari di diritti, ma come oggetti da spostare a suo piacimento,senza tener conto delle effettive esigenze degli stessi, del loro percorso formativo e lavorativo maturato nel corso degli anni presso il nostro ente - dice tra lâaltro il consigliere Maliziola - Pertanto, non si può svilire il loro operato quotidiano con una semplice missiva, senza essersi confrontati prima con gli stessi e aver allargato la discussione nelle apposite commissioni consiliari alla presenza anche delle forze politiche di opposizione. Auspico che Caligiore, ritorni sui suoi passi cercando una soluzione diversa al problema delle pulizie dei palazzi comunali, facendo prevalere più il buon senso e la democrazia che lâautorità e il rigore che sta contrassegnando, in maniera sempre più marcata, il suo mandato».
La mossa di Caligiore rappresenta, dunque, un sopruso o la fine di piccoli posizioni di rendita allâinterno del Palazzo? Vedremo.