Sabato nella chiesa di San Rocco la cerimonia funebre di Francesco Gallina, il quarantaquattrenne deceduto a seguito di una rovinosa caduta dall’altezza di due metri dalla scala su cui stava lavorando, in uno dei tanti pomeriggi d’estate che dedicava, come molti fanno, alla cura della sua casa, al suo capannone.

Una vita spezzata tragicamente e prematuramente per una fatale caduta da una scala su cui chissà quante volte l’uomo era salito per motivi di lavoro.

Francesco Gallina infatti era un gran lavoratore, supportava il figlio nel suo impegno con l’impresa edile per cui era abituato alle attività pratiche, al lavoro manuale, duro, spesso effettuato su ponteggi, scale, balconi. Eppure in quel tragico pomeriggio, mercoledì scorso, dopo essere salito sulla sua scala a libretto, che forse non aveva aperto e sistemato perfettamente in equilibrio a terra, è piombato giù cadendo su un fianco e riportando ferite al braccio e ad alcuni organi interni.

Una brutta e decisamente sfortunata caduta, che gli è costata la vita. Francesco Gallina era un brav’uomo, altruista, disponibile, dedito alla famiglia, serio, riservato, concentrato sui suoi importanti punti di riferimento: la casa, la famiglia ed il lavoro, quest’ultimo svolto sempre con serietà, dedizione e zelo. Purtroppo proprio lavorando vicino casa al capannone utilizzato come rimessa, ha perso la vita.

A nulla sono valsi i primi immediati soccorsi dei paramedici del 118, ne il volo con l’eliambulanza verso Roma e poi l’intervento: i medici non sono riusciti a porre rimedio alla conseguenze a danno degli organi interni del grave urto a terra e Franco Gallina è spirato.

Straziati dal dolore la moglie e i tre figli, tutti profondamene legati a Francesco, la roccia della famiglia che c’era sempre per tutti.
E proprio così: disponibile, buono e discreto, lo ricordano quelli che lo hanno conosciuto, una persona difficile da non apprezzare. Francesco era talmente riservato e dedito alla famiglia e alla casa, che quando all’inizio si è diffusa la notizia a Ceprano alcuni stentavano pure ad individuare chi fosse. Ma non appena il nome è stato associato all’uomo l’intera città è rimasta attonita, incredula, silenziosa e sconcertata.

Distrutta la famiglia, shoccata dall’accaduto e dalla rapidità con cui si è consumata la tragedia. Quella che doveva essere una normale giornata di lavoro si è trasformata in un incubo.