Una giornata infinita, quella di ieri, per Antonio Ruggiero. Trascorsa tra paura e speranza. Ieri, in tarda mattinata, ha avuto luogo lâudienza per opporsi alla richiesta di archiviazione del fascicolo aperto su âzio Peppuccioâ.
Unâudienza fondamentale per consentire ai familiari di sperare ancora, di capire - a distanza di 5 anni dalla sua scomparsa - come sia possibile che un uomo, peraltro con difficoltà motorie, possa essersi dissolto nel nulla. Senza che nessuno abbia visto o sentito. Accolta la richiesta di opposizione alla procedura di archiviazione risalente allâottobre 2013, presentata dallâavvocato nominato dalla famiglia di Giuseppe Ruggiero (da tutti conosciuto come âzio Peppuccioâ), ieri si sarebbe dovuto discutere sulla âsorteâ del fascicolo. E così è stato, ma la decisione - almeno sino a tarda sera - non è arrivata.
La famiglia dellâottantatreenne di Coreno scomparso da Vallaurea il 15 maggio 2011, non si è mai rassegnata alla perdita del padre e del nonno, tanto meno allâipotesi di archiviazione della Procura. Suo figlio Tonino, divenuto intanto vice presidente regionale dellâassociazione âPenelopeâ, non ha mai appeso al chiodo la speranza: lo ha cercato in lungo e in largo, ha coordinato insieme alle forze dellâordine battute di ricerca, ha lanciato appelli a âChi lâHa Vistoâ. Ha persino scritto al Presidente della Repubblica e al Papa, oltre che un libro in attesa di pubblicazione.
«Vogliamo avere una tomba su cui piangere. Per noi è come se mio padre fosse scomparso ieri. In questi casi non esistono limiti di età delle persone che vengono inghiottite dal nulla nè quelli temporali. Chi perde improvvisamente un familiare - ha dichiarato Antonio Ruggiero davanti alla porta serrata del gip del Tribunale di Cassino - lo cerca con la stessa forza e la stessa speranza ogni giorno. E con la medesima disperazione del primo giorno. Sono fiducioso nella competenza e nella umanità della magistratura. E voglio leggere lâattesa nella decisione del giudice come un segno di speranza».
Sette i punti chiave già rilevati da Tonino e sottolineati ieri dallâavvocato nella memoria depositata accolta dal gip. La sua famiglia ha a gran voce messo in evidenza le incongruenze di quello che per loro non può essere chiuso come un allontanamento: «Perchè il suo motorino è stato trovato in un punto inaccessibile, mentre lui zoppicava? Perchè nessuno tra i ricercatori o cercatori di funghi non ha trovato alcuna traccia di lui? E, soprattutto, perchè non fu mai identificata la persona a cui mio padre indirizzò una telefonata dal distributore di Ausonia?» ha incalzato Tonino. Che attende di conoscere la decisione del giudice.