C'è preoccupazione nel settore edile della nostra provincia per le modalità di ripartenza dopo il 4 maggio, termine fissato dal Governo per la ripresa di numerose attività produttive. Il senatore della Lega Gianfranco Rufa, da tempo schierato in difesa dell'edilizia ciociara, è intervenuto chiedendo al Governo regole chiare e certe in vista di quella data, poichè c'è ancora poca informazione sulla riapertura dei cantieri.

«Per la ripartenza del prossimo 4 maggio  - dichiara il parlamentare ciociaro - il Governo provveda con urgenza a informare tutte le aziende che rappresentano l'ossatura del settore edile su come intende programmare il ritorno all'attività di migliaia di lavoratori.
Il Governo dovrà fornire linee guida chiare ed efficaci rimarca Rufa per un settore che già prima dell'epidemia da Covid-19 era in forte stato di crisi e che, se non sostenuto adeguatamente, rischia un tracollo senza precedenti».

Sulla base di queste considerazioni, il senatore leghista avanza una proposta: «Per consentire la rapida ricollocazione di un settore molto strutturato, sarà necessario arrivare al 4 maggio con il materiale già nei cantieri. Una precauzione essenziale per evitare che il trasporto possa intasare la circolazione, limitando anche pericolosi assembramenti».

Ma non basta. Il parlamentare si chiede quanti dipendenti si potranno trasportare effettivamente sui pulmini delle imprese. «Se verranno autorizzate al massimo due persone - specifica Rufa - quanti mezzi dovranno impiegare le aziende? Ma soprattutto, quanto spenderanno per il trasporto dei lavoratori? È giusto rispettare le regole del distanziamento, ma non si può gravare ulteriormente su un comparto messo in ginocchio dalla crisi precedente l'emergenza sanitaria.
Pertanto, invito il Governo a compensare le spese di trasporto, qualora le imprese edili fossero costrette ad acquistare o noleggiare uno o più mezzi per le trasferte dei dipendenti».

Il senatore prosegue ribadendo la sua vicinanza al settore. «Un impegno che tradurrò in pratica quando i tempisti parlamentari lo consentiranno, presentando un Ddl che annoveri gli edili tra le categorie protette per legge, in quanto lavoratori di professioni usuranti.
Infine conclude si varino provvedimenti strutturali e si ascoltino le categorie, andando oltre la cassa integrazione. Fuori dai palazzi c'è un settore che chiede sostegno e soluzioni immediate».

Insieme al senatore Rufa, scende in campo per tutelare la categoria il presidente dell'Ance Frosinone, Angelo Massaro. «Occorre subito un Piano Marshall per riaprire i cantieri e un intervento a fondo perduto come indennizzo alle imprese per il confinamento.
Infatti - specifica Massaro - le misure di maggiore liquidità per le imprese con la garanzia dello Stato da sole non bastano. E' indispensabile rilanciare le costruzioni, senza lavoro le imprese non potranno ripagare i prestiti».

Il presidente dell'Ance sottolinea che «dopo oltre 40 giorni di misure restrittive sul territorio nazionale, l'85% dei cantieri è fermo. In questo scenario, i provvedimenti del Governo risultano complicati e per certi versi contraddittori se pensiamo che le nostre imprese devono riscuotere ancora miliardi di euro dalla Pubblica Amministrazione per lavori eseguiti e fatturati. Nel frattempo, però, vengono inventate misure straordinarie coinvolgendo Abi, Sace, Cassa Depositi e Prestiti, quando si dovrebbe procedere innanzitutto a saldare i debiti che la PA ha verso le nostre aziende».

Anche i costi della sicurezza rischiano di ricadere totalmente sulle imprese, insieme alle responsabilità civili e penali. «Ma non ci arrenderemo - conclude Massaro - siamo pronti a pretendere il rispetto dei contratti anche con azioni legali».