Dal 2014 le dinamiche politiche alla Provincia sono andate fuori dagli schemi nazionali ma pure locali. Sicuramente c'è il fatto che, per effetto della riforma Delrio, l'ente è di secondo livello. Però c'è pure dell'altro.
All'inizio pesò molto la frattura nel Pd, che si presentò con due candidati. La spuntò Pompeo, che ebbe anche il sostegno di Forza Italia e del Nuovo Centrodestra. Poi molte cose sono cambiate, ma alla fine gli schemi tradizionali continuano a non reggere. In questo momento la caratterizzazione politica dell'ente è evidente: 3 esponenti di Fratelli d'Italia, 2 della Lega, 2 di Forza Italia per il centrodestra. Per il centrosinistra 4 del Pd (compreso Pompeo) e 1 di Italia Viva.
Nel 2020 molto dipenderà da quelli che saranno gli scenari nazionali. A cominciare da ciò che succederà dopo il risultato dell'Emilia Romagna, destinato a influire ad ogni livello.
Da quel momento in poi i partiti cominceranno un pressing molto forte sui loro rappresentanti, anche a livello di consiglio provinciale. Per quanto concerne il centrodestra, nell'ultima seduta di Consiglio, si è votato per il Dup, il Documento unico di programmazione.
Un provvedimento che ha un'indubbia valenza politica. Pompeo ha avuto la maggioranza grazie al voto di Gianluigi Ferretti, consigliere che fa parte del gruppo di Fratelli d'Italia alla Provincia. Ma che ad Anagni è all'opposizione della giunta del sindaco Natalia. Alla fine cioè i risvolti locali risultano determinanti.