Senza sconti. Senza prove di appello. Sulla questione delle autorizzazioni ambientali l'attacco del Governatore del Lazio Nicola Zingaretti al presidente della Provincia Antonio Pompeo è durissimo.

Zingaretti non usa mezzi termini e, in una lettera, scrive: «Sulla questione delle competenze ambientali non può essere addossata alcuna responsabilità alla Regione in relazione all'assenza di previsioni normative in materia, dato che le funzioni ambientali attribuite alle Province sono già definite chiaramente dall'o rdinamento nazionale e regionale».
Poi l'affondo: «Il ritardo nel rilascio delle autorizzazioni ambientali di competenza e, più in generale, dell'azione amministrativa nel suo complesso è pertanto imputabile all'ineffiiciente gestione dell'ente provinciale». Qualche giorno fa, nel corso di un convegno della Cisl, Antonio Pompeo aveva chiamato in causa la Regione Lazio sul tema.

Rilevando tra le altre cose: «Non possiamo non ribadire l'assoluta necessità di una collaborazione concreta e fattiva con la Regione Lazio, proprio per superare le emergenze che rallentano lo sviluppo del nostro territorio e l'opportunità di nuovi insediamenti produttivi». Nicola Zingaretti argomenta nella lettera: «La giunta regionale, con deliberazione numero 789 del 25 ottobre scorso, ha adottato una specifica proposta di legge, attualmente all'esame del Consiglio, per attrarre gli investimenti sul territorio regionale. Questa proposta conferisce alla Regione il ruolo di gestore unico del procedimento di autorizzazione, tramite conferenza di servizi, per i progetti di investimento superiori a 5 milioni di euro e di qualsiasi dimensione economica se ricadenti nel Sin Valle del Sacco».

Infine Nicola Zingaretti conclude: «Questa importante funzione di coordinamento posta in capo all'ente regionale, tuttavia, non elimina in alcun modo le competenze autorizzative dell'ente provinciale, che sarà comunque tenuto a fare la sua parte e, pertanto, a rispettare i termini di conclusione dei propri procedimenti amministrativi».
Una presa di posizione durissima, quella di Nicola Zingaretti. Una presa di posizione destinata ad essere necessariamente letta sotto molteplici punti di vista. C'è il tema amministrativo vero e proprio, quelle delle autorizzazioni ambientali, che rappresenta una priorità per tante imprese che vogliono investire sul territorio. Poi c'è inevitabilmente un profilo politico. Perché Nicola Zingaretti è il segretario nazionale del Pd. E Antonio Pompeo ha deciso di restare nei Democrat: fa parte di Base Riformista, la componente di Lorenzo Guerini e Luca Lotti. Il punto di riferimento nazionale di Pompeo è il senatore Andrea Marcucci. A questo punto bisognerà vedere quali saranno le reazioni, anche sul territorio. Sullo sfondo c'è il congresso provinciale, che dovrebbe svolgersi a febbraio. Il leader di Pensare Democratico Francesco De Angelis ha auspicato un congresso senza candidati di bandiera delle correnti. Ma è complicato, anche e soprattutto perché esponenti del calibro di Mauro Buschini e Sara Battisti vorrebbero invece una caratterizzazione forte.