«Dibattito interessante, bello e pieno di fervore». Il senatore Massimo Ruspandini, leader provinciale di Fratelli d'Italia, si riferisce al tema dell'unità del centrodestra. Con una sottolineatura importante. Questa: «Ringrazio la stampa per aver posto il tema, però aggiungo che mi meraviglio di chi si meraviglia. Nel senso che l'unità del centrodestra è nei fatti: a livello provinciale come su quello nazionale».

Aggiunge Ruspandini: «C'è anche un motivo per il quale i nuovi interpreti di quello che si continua a chiamare centrodestra, cioè Lega e Fratelli d'Italia, non sentono l'esigenza di ribadire il concetto dell'unità. Semplicemente non ce n'è bisogno. Vedo invece che continuano a farlo i nostalgici di una stagione politica finita, superata, che non tornerà più. Una stagione di trasformismo, di compromesso storico al ribasso, di contrattazione continua. Il periodo, anche storico, del predominio Pd-Forza Italia è finito.

È bene che se ne facciano una ragione anche gli attuali referenti "azzurri". Oggi lo schema è cambiato: da una parte c'è una Sinistra non meglio identificata (della quale fa parte anche quel che resta del Movimento Cinque Stelle). Dall'altra parte c'è quello che definirei il Patto Sovranista, che va oltre il centrodestra, che infatti è uno schema ormai superato per quello che mi riguarda. Perfino riduttivo. Così come è evidente che Lega e Fratelli d'Italia hanno un ruolo preponderante. In politica bisogna prendere atto delle situazioni e delle novità: chi fino a tre anni fa era ai margini della coalizione, adesso dà le carte.

Lo dico forte e chiaro, senza equivoci. Perché in una coalizione ci si sta sempre, sia quando fai il centravanti che quando ti tocca il ruolo di mediano. Non è che sono cambiati soltanto gli equilibri e i flussi elettorali: è cambiata la società. Gli schemi passati non reggono più. Mi riferisco, per esempio, a quella sorta di eterno manuale Cencelli della divisione delle caselle, delle poltroncine, degli strapuntini e di tutto il resto. Non regge più quello schema. Oggi la gente ragiona su altri parametri. Le elezioni dell'Umbria sono state indicative. Ho detto e ribadisco che a mio giudizio in provincia di Frosinone Fratelli d'Italia oggi è oltre il 10%. Lo schema dunque è mutato, anche in provincia di Frosinone.

Ne prendano atto tutti: è chiaro che ci saranno spazi per tutti e che le alleanze vanno rispettate. Però non si può prescindere dal fatto che Lega e Fratelli d'Italia sono i punti di riferimento del Patto Sovranista». Sulla situazione della Provincia, il senatore Massimo Ruspandini taglia corto: «Fratelli d'Italia non sostiene il presidente Pompeo, non siamo noi il partito degli inciuci e del piccolo cabotaggio. La Provincia è un ente di secondo livello, con logiche precise. E aggiungo che non siamo stati certo noi a trasformare questi enti come sono adesso.

Mai sentito parlare di legge Delrio? Mai preso atto del fatto che la bocciatura del referendum costituzionale del 2016 (quello di Renzi per intenderci) ha sostanzialmente lasciato un "vulnus" mai chiuso anche sull'assetto delle Province?». All'orizzonte politico cosa c'è nel breve periodo? Rileva Massimo Ruspandini: «Vediamo quello che succede, ma anche in questo caso il quadro è chiaro. Esiste un Paese reale nel quale il Patto Sovranista è largamente maggioritario.

E poi c'è il Palazzo, nel quale sono asserragliati il premier di due maggioranze agli antipodi (Giuseppe Conte), il Movimento Cinque Stelle che voleva aprire il Parlamento come una scatola di tonno, il Partito Democratico che ha perso tutte le elezioni possibili e immaginabili ma che al potere resta grazie a giochini di corridoio. Ci sono pure il partito di Matteo Renzi (esponente politico che gli italiani hanno sonoramente bocciato) e Leu, letteralmente scomparso dai radar della politica reale».