Già nei mesi scorsi, in tempi non sospetti quindi, Christian Bellincampi e Marco Mastronardi non avevano risparmiato critiche ai vertici del Movimento Cinque Stelle. I due consiglieri comunali di Frosinone avevano chiesto uno scatto vero per strutturare e organizzare il Movimento sul territorio. E non si erano nascosti dietro un dito neppure per quanto concerne il punto dei rapporti (evidentemente inesistenti) con i tre parlamentari locali. In questi mesi la situazione è ulteriormente peggiorata, perché nel frattempo c'è stato il cambio della guardia e del colore politico del Governo, da gialloverde a giallorosso. Poi la sconfitta senza appello alle regionali dell'Umbria, ad allungare un trend negativo che dura ormai da troppo tempo. Nel silenzio generale, anche da parte di chi nel Movimento non nasconde malumori e mal di pancia, i due consiglieri di Frosinone non hanno problemi a dire la loro.
Spiega Christian Bellincampi: «Non c'è stata alcuna risposta alle nostre sollecitazioni per avere un'organizzazione territoriale del partito. Nulla. Anche il termine del 30 settembre (fissato per poter iniziare un determinato discorso) è passato senza che nessuno si prendesseneppurela brigadidire che si era deciso di annullare scadenze ed eventuali proposte.
La crisi del Movimento Cinque Stelle è diventata ormai lunghissima e sistematica. Non si tratta soltanto di sconfitte, ma di tracolli veri e propri. Per me l'alternativa non esiste: Luigi Di Maio si dovrebbe dimettere da capo politico del Movimento. Concentrandosi esclusivamente sul Governo.
Il Movimento ha bisogno di una persona che pensi al rilancio, che stia concentrato soltanto su questo ruolo. Se vogliamo pensare di poter ancora esistere non ci sono scorciatoie: servono il radicamento sul territorio e l'organizzazione. Se non si procede lungo questa strada, allora comincio a credere che rispondano al vero alcune ricostruzioni che si sentono.
Quali ricostruzioni? Che in diversi si stiano preparando a fondare o nuove correnti o magari ad aderire ad altre forze politiche. Non c'è un'al tra spiegazione a tanta inerzia». Chiediamo a Bellincampi: nel frattempo sono migliorati i rapporti con i tre parlamentari del territorio, Luca Frusone, Ilaria Fontana ed Enrica Segneri? Risponde Bellincampi: «Il punto è che non ci sono rapporti con i parlamentari. Non possono né migliorare né peggiorare. Semplicemente perché inesistenti. Io capisco che ci sono impegni e logiche di governo, però mi chiedo come si possa rimanere fermi di fronte a questa micidiale serie di sconfitte.
L'alleanza con il Partito Democratico? A livello di governo centrale la comprendo, sui territori no. Semplicemente perché non è possibile snaturarci fino a questo punto, magari chiedendoci perfino di sostenere un candidato che proviene dalle file del centrodestra». Marco Mastronardi nota: «Il problema vero è l'assoluta mancanza di volontà dei vertici di strutturare il Movimento sui territorio. Sì insomma, sarebbe fondamentale avere un'organizzazione. Il problema non è soltanto di Luigi Di Maio, ma di tutti i vertici del Movimento Cinque Stelle. Perché non c'è dubbio che nel Movimento ci siano dei vertici. I rapporti con i parlamentari del territorio? Non ci sono, ma anche questo aspetto scaturisce dal fatto che manca un'organizzazione. È tutto collegato. Nei mesi scorsi lo stesso Luigi Di Maio aveva parlato della necessità di strutturare il Movimento sui territori. Poi abbiamo scoperto che quella grande montagna di dibattito aveva partorito il topolino dei "facilitatori". Insomma, un po' poco. Nessuno protesta? Non è vero: conosco tanti consiglieri comunali che la pensano allo stessomodo, in tuttaItalia. La protesta c'è».