Il trionfo di Matteo Salvini, lo scatto di Giorgia Meloni, la sconfitta politicamente ingestibile di Luigi Di Maio ma anche di Giuseppe Conte, la battuta d'arresto di Nicola Zingaretti. In fondo l'Umbria non è poi così lontana e i risultati delle regionali promettono di avere effetti importanti sul Governo e sulla maggioranza giallorossa.
Ma l'eco arriva forte pure in provincia di Frosinone. D'altronde i venti punti di vantaggio, il successo del centrodestra in una roccaforte del centrosinistra, l'impennata dell'affluenza sono segnali forti e chiari di una distanza tra il palazzo e la piazza, intesa come elettori che si recano alle urne per dire la loro. La manovra politica di fine estate non è stata percepita positivamente e non bisogna nascondersi dietro il dito dei settecentomila votanti. Perché il trend è forte e chiaro. In Ciociaria come viene valutato il risultato delle regionali dell'Umbria?
Il Carroccio a valanga
Francesco Zicchieri, deputato e coordinatore regionale della Lega nel Lazio, non ha dubbi. Rileva: «Risultato straordinario in Umbria, che dimostra quanto il lavoro quotidiano di Matteo Salvini e della Lega sui territori ripaghi in termini di fiducia dei cittadini. Penso che se gli abusivi al Governo (Conte, Di Maio, Renzi, Zingaretti) avessero un minimo di dignità politica e di interesse per il Paese, dovrebbero dimettersi e lasciare la parola agli italiani.
Il 36,95% in Umbria è un dato che testimonia la crescita esponenziale del partito. In Ciociaria la Lega continua a crescere e a strutturarsi creando classe dirigente capace e pronta per governare». In provincia di Frosinone continua l'azione sul territorio dell'onorevole Francesca Gerardi, coordinatrice provinciale del partito. Mentre il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani nota: «Il centrodestra non dorme mai, altri invece sono in letargo. Ma c'è un dato, oltre alla vittoria, che va sottolineato in Umbria: quello della partecipazione».
Fratelli in crescita
Le regionali dell'Umbria hanno determinato il boom di Giorgia Meloni. Il senatore Massimo Ruspandini, leader di Fratelli d'Italia in provincia di Frosinone, argomenta: «Il lavoro che sta facendo Giorgia Meloni è eccezionale: il 10,40% è una percentuale enorme. Per quanto concerne la provincia di Frosinone, ho l'ambizione di dire che in questo momento siamo oltre il 10%. Lo vedremo presto. In Ciociaria abbiamo un'ottima squadra, anche di giovani e sono certo che ci toglieremo grandi soddisfazioni».
Daniele Colasanti, coordinatore di Riva Destra-FdI di Frosinone, afferma: «Ancora un eccezionale risultato elettorale di Fratelli d'Italia, che supera il 10% in Umbria. Dobbiamo ringraziare la leadership di una donna coerente, coraggiosa, instancabile, alla quale va il grandissimo merito di aver restituito una speranza a un'area politica. A Giorgia Meloni l'indiscutibile merito poi di essersi impegnata personalmente al fine di rendere Fratelli d'Italia un partito sempre più aperto e inclusivo. E i movimenti come il nostro, che in questo ultimo anno hanno stretto il patto federale con FdI, l'hanno ripagata con piena fiducia e lealtà politica».
Forza Italia riflette
Alle regionali umbre gli "azzurri" si sono fermati al 5,50%, doppiati da Fratelli d'Italia e lontano anni luce dalla Lega. Ma Gianluca Quadrini, vicecoordinatore regionale di Forza Italia nel Lazio, dice: «In Ciociaria le percentuali sono maggiori. E in ogni caso ci sono tre fattori che vanno sottolineati: il centrodestra è largamente maggioritario nel Paese, la partecipazione cresce e noi restiamo centrali, strategici e decisivi. In Ciociaria stiamo portando avanti un'azione seria e dettagliata per il radicamento sul territorio e avremo degli ottimi risultati».
"Cambiamo" guarda avanti
Pasquale Ciacciarelli, consigliere regionale del movimento di Giovanni Toti, afferma: «Il centrodestra è largamente maggioritario, dall'Umbria è arrivato un avviso di sfratto al governo giallorosso di Giuseppe Conte. In Ciociaria diremo la nostra».
Il Pd e il fattore Renzi
A meno di clamorosi colpi di scena l'esito delle regionali umbre sancirà la fine delle alleanze tra Pd e Movimento Cinque Stelle a livello locale. Sul piano provinciale le questioni e i punti di vista sono due per i Dem. Intanto la necessità di dimostrare a Zingaretti che questo territorio resta una roccaforte del segretario, come dimostrato dal risultato delle primarie soprattutto.
Quando sia Pensare Democratico di Francesco De Angelis che la componente di Antonio Pompeo erano schierate con Zingaretti. De Angelis, ma anche Mauro Buschini e Sara Battisti, hanno l'intenzione di serrare le file. Si pone il tema del congresso provinciale, che dovrebbe tenersi a febbraio. Antonio Pompeo dichiara: «In Umbria il risultato era annunciato, con un trend consolidato purtroppo. Certamente però il centrosinistra deve riflettere, specialmente su quella che è l'azione di governo».
Ma i prossimi giorni saranno decisivi pure per capire quali saranno le mosse di Italia Viva di Matteo Renzi. Maria Spilabotte e Valentina Calcagni stanno accelerando. E intanto è disponibile il simbolo di Italia Viva Frosinone. Ma è evidente che i riflettori sono puntati tutti sulla componente dei Democrat di Antonio Pompeo. La partecipazione di Germano Caperma alla Leopolda ha rappresentato un segnale di avanscoperta. È inoltre chiaro che Pompeo dovrà confrontarsi con il senatore Andrea Marcucci, suo referente nazionale. Saranno giorni di fuoco, anche per gli sviluppi legati al gruppo di Renzi alla Regione Lazio.
Caporetto Cinque Stelle
Il Movimento in Umbria si è fermato al 7,41%. Un dato che certamente non è legato soltanto al fatto che l'alleanza con il Pd non ha funzionato. In provincia di Frosinone la situazione è di stallo da mesi. I tre parlamentari del territorio, Luca Frusone, Ilaria Fontana ed Enrica Segneri appaiono distanti dal dibattito provinciale.
Anche all'interno del Movimento. Nei mesi scorsi, inoltre, i consiglieri comunali di Frosinone Christian Bellincampi e Marco Mastronardi, oltre ad Aniello Prisco, avevano sollecitato un cambio di marcia. Specialmente sul piano dell'organizzazione sul territorio. Non sono arrivati segnali. Per quanto concerne il rapporto con il Pd, se a livello nazionale non ci sono stati risposte convincenti, sul piano locale siamo a meno di niente.
Fra l'altro non è affatto semplicissimo immaginare un'intesa tra Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti da una parte e Luca Frusone, Ilaria Fontana ed Enrica Segneri dall'altro. A livello nazionale Luigi Di Maio ha archiviato la disfatta in Umbria definendo impraticabile l'accordo con il Pd sul piano locale. Lo ha fatto per provare ad uscire dall'angolo, dal momento che il suo ruolo di capo politico è stato fortemente messo in discussione. In realtà nei Cinque Stelle manca uno scatto vero. Anche in Ciociaria.