È rimasto nel Partito Democratico come semplice militante, ma dalla scena è uscito. E non ha intenzione di rientrare. L'ex senatore Francesco Scalia è stato un renziano della prima ora, alla Leopolda è di casa.
Il 4 marzo 2018, da parlamentare uscente, è stato candidato in un collegio di Viterbo, fuori cioè dalla provincia di Frosinone. E in posizione non eleggibile. Eppure, c'è stato un momento qualche mese fa che ha rappresentato il bivio decisivo.

Eravamo in pieno clima delle primarie dei Democrat e tra i candidati alla segreteria nazionale c'era Roberto Giachetti, vicinissimo a Matteo Renzi. Pare che il senatore e fondatore di Italia Viva in quel momento abbia telefonato personalmente a Scalia, per chiedere un impegno a favore di Giachetti sul territorio. La risposta di Francesco Scalia però è stata di quelle che chiudono la porta e poi buttano la chiave.
Scalia ha detto a Renzi che magari era preferibile che si rivolgesse a chi era stato candidato in provincia di Frosinone, magari perfino in posizione blindata. Passo e chiudo insomma.

L'episodio è tornato di attualità in occasione della giornata conclusiva dell'edizione numero 10 della Leopolda. Durante una pausa pranzo. Perché il punto è che adesso Matteo Renzi sta guardando ai territori, in vista sia del radicamento che poi dei prossimi impegni elettorali. Su Francesco Scalia però non potrà contare. L'ex senatore non torna nella politica attiva e, se lo facesse, in ogni caso non seguirebbe Matteo Renzi.

Detto questo, alla riunione della componente di Antonio Pompeo (quella guidata per anni da Scalia) c'era pure Simone Costanzo, che da sempre ha fatto parte di AreaDem di Dario Franceschini e Bruno Astorre. Può darsi che Costanzo abbia scelto di rinsaldare l'asse con Pompeo. Ma in ogni caso la sua presenza al tavolo principale sta pure a dimostrare come nel Partito Democratico, a livello nazionale, si sta andando verso una possibile convergenza tra l'area di Dario Franceschini e quella di Lorenzo Guerini, per tanto tempo tra i fedelissimi di Matteo Renzi. Poi però Guerini, esattamente come Luca Lotti e Andrea Marcucci, Guerini è rimasto nei Democrat.

Infine, la presenza alla riunione di Luigi Vacana, vicepresidente della Provincia, non iscritto al Partito Democratico. Spiega: «La presenza al vertice della componente di Pompeo aveva l'obiettivo di mostrare compattezza del gruppo di maggioranza all'Amministrazione Provinciale. Visto che alcuni lo vorrebbero sotto assedio, è bene dare dei segnali».