Il taglio dei parlamentari è legge. Ieri la Camera ha approvato in quarta lettura il testo che va a modificare la Costituzione: i deputati scendono da 630 a 400, i senatori da 315 a 200. Una sforbiciata di 345 poltrone. Maggioranza schiacciante: 553 sì, 14 no e 2 astenuti.

 Tutti a favore (con pochi "distinguo"), sia le forze di maggioranza che quelle di opposizione. Il Pd ha cambiato impostazione rispetto alle tre votazioni precedenti.
Naturalmente ha pesato l'intesa di governo con il Movimento Cinque Stelle, ma anche un'ipotesi di accordo parametrata su diversi punti. Tra i quali l'impegno delle forze di maggioranza a presentare entro dicembre un progetto di nuova legge elettorale per la Camera e per il Senato.

Ma è un fatto che il taglio dei parlamentari rischia di ridurre la rappresentanza delle province periferiche. Come quella di Frosinone. Con l'attuale legge elettorale i collegi uninominali maggioritari scenderebbero dagli attuali 348 a 221. Cioè 127 in meno. Nel dettaglio: alla Camera passerebbero da 232 a 147, al Senato da 116 a 74. Diminuendo i collegi, l'estensione territoriale degli stessi aumenta. Per ogni deputato il numero degli abitanti passa da 96.006 a 151.210. Per ogni senatore da 188.424 a 302.420.

La sostanza politica è che si tratta di una vittoria dei Cinque Stelle. Tutti gli altri si sono adeguati. Intanto però questa sarà l'ultima legislatura "grandi numeri". Proprio per questo arriverà quasi sicuramente a scadenza naturale.