Ore cruciali per il sindaco Roberto Caligiore e la sua maggioranza. Dopo il defenestramento dell'assessore Fiorella Tiberia la situazione rischia di precipitare verso un'inevitabile quanto definitiva crisi. I margini di manovra che il primo cittadino ha a disposizione per uscire dall'angolo in cui si è cacciato sono stretti e già domani l'opposizione potrebbe brindare in anticipo alla riuscita dell'operazione sfiducia.
L'attribuzione dell'intero pacchetto di deleghe assessorili, compreso l'incarico di vicesindaco, gestite dalla Tiberia fino al 26 settembre scorso alla giovane Clara Di Mario, indicata dal gruppo che fa riferimento a Riccardo Del Brocco, Giancarlo Santucci, Rino Liburdi e altri esponenti di centrodestra, ha finito per scontentare molti: soprattutto Patto civico si aspettava almeno l'attribuzione del vicesindaco per il suo assessore Mario Sodani (che l'aveva avuta già durante la prima "cacciata" di Fiorella Tiberia dalla giunta).
Intanto, anche Tonino Aversa fa un passo indietro dalla maggioranza. Il suo assessore di riferimento, Arianna Moro, con deleghe a commercio, attività produttive, piccola e media impresa, industria, artigianato e agricoltura, avrebbe già inviato in Comune via pec le sue dimissioni dalla giunta. Uno smarcamento netto del suo "mentore" Aversa da Caligiore che condurrebbe il consigliere di maggioranza (venuto dalla minoranza) verso la mozione di sfiducia architettata dall'opposizione consiliare. La sua sarebbe la firma decisiva, con quella di Marco Corsi, per far cadere il sindaco. Martedì i consiglieri di minoranza dovrebbero vedersi per contarsi per richiedere la convocazione dell'assise in cui decretare la fine dell'amministrazione.
Intanto, Caligiore riflette su come uscire dall'angolo. Non gli resta che ingranare la retromarcia e spacchettare le deleghe conferite alla Di Mario per redistribuirle. Ma il suo passo sembra ormai segnato. Arrivare alle elezioni di primavera appare difficile, pensare a una sua ricandidatura col centrodestra addirittura impossibile.