«Ho sostenuto Matteo Renzi, segretario del mio partito e presidente del consiglio. Sono stata l'unica parlamentare del collegio uscente ad accettare la candidatura all'uninominale. Mi sono candidata alle primarie nella lista a sostegno di Giachetti. Ci sono sempre stata. Anche quando la barca affondava». Maria Spilabotte, ex senatrice del Partito Democratico, conferma che "il dado è tratto". Nota: «Eccomi, sono qui, sono viva. Sono in Italia Viva».

Poi aggiunge, con riferimento alla provincia di Frosinone: «Riconosco il merito a Valentina Calcagni di non aver mollato mai, di non essere arretrata di un solo passo di fronte agli ostacoli e alle difficoltà che ha trovato nel tenere ferma la rotta. Di non essersi mai arresa e di non aver mai accettato compromessi con nessuno, di aver dimostrato grande coraggio e determinazione, competenza e passione politica. Caratteristiche che in un partito come il Pd suscitano invidie e rappresentano un deficit nel curriculum vitae, anziché un punto di forza». Un endorsement e una stoccata al tempo stesso.

Aggiunge Maria Spilabotte: «A lei riconosco obiettivamente il ruolo di leader di questo nuovo progetto in provincia di Frosinone. Vedremo dopo la Leopolda come ci organizzeremo o struttureremo ma io sarò con lei... un passo indietro, pronta a sostenerla e a mettere a disposizione la mia esperienza per fare in modo che Italia Viva nasca e cresca anche in questo territorio con tante e nuove energie. Con entusiasmo e con voglia di fare. In tanti ci stanno contattando in questi giorni e in tanti manifestano la volontà di essere parte di questo progetto».

Poi, però, Maria Spilabotte rileva: «Mi dispiace non ritrovare alla Leopolda quest'anno tanti di coloro che sono rimasti nel Pd e ai quali è stato "consigliato" di non partecipare. Mi riferisco ai dirigenti del nostro territorio che hanno fatto una scelta diversa dalla mia. Mi dispiace perché è un momento e uno spazio di riflessioni, proposte, fucina di nuove idee, capace di ridare la carica. È una rinuncia che non capisco perché il nostro avversario non è il Pd ma Matteo Salvini.

E anche tra le fila della dirigenza e dei militanti locali del Pd la Leopolda sarebbe come "entrare in una spa e rigenerarsi". Infatti non leggo o ascolto una loro dichiarazione entusiasta, non sento risuonare campane a festa, non vedo sorrisi, non riecheggiano proposte o idee nuove. Se la scissione è stata un bene o un male? Non si tratta di una scissione ma di una evasione verso la politica libera. Io ci sono e desidero un Italia diversa, nuova. Un'Italia Viva, appunto».

Quindi la Spilabotte conclude: «Ho lasciato il Pd in tempi non sospetti. Ho anticipato di poco la manifestazione del mio disagio, comune a molti altri. Non avevo e non ho energie da sprecare per difendermi dai molti nemici, che purtroppo non si trovano sul fronte opposto ma condividono la tua stessa trincea. E non avevo più voglia di farmi chiedere con quale corrente fossi schierata».