La consapevolezza che le dinamiche nazionali siano ormai prevalenti rispetto ai contesti locali è forte. E questo spiega da un lato l'estrema cautela dei leader locali e dall'altra la volontà di non forzare alcun tipo di situazione.

Tipo il congresso provinciale del Partito Democratico. Del quale nessuno parla più da un paio di settimane. Da quando cioè si era dibattuto dell'opzione Luca Fantini per la segreteria. Ipotizzando una sorta di "metodo Buschini", con riferimento all'elezione alla segreteria provinciale dell'attuale presidente del consiglio regionale del Lazio. Parliamo di venti anni fa. Un'operazione di ricambio generazionale, che però deve tener conto del fatto che l'attuale segretario, Domenico Alfieri, sta ben operando ed è visto come un punto di equilibrio tra le diverse componenti.

Inoltre, c'è da tenere presente la mossa di Matteo Renzi, che ha costituito il partito Italia Viva. E se è vero che al momento in provincia di Frosinone in pochissimi dal Pd lo hanno seguito, è altrettanto vero che bisognerà vedere quello che succederà nel prossimo futuro. Complicato pure calare sui territori l'intesa tra Pd e Movimento Cinque Stelle. In provincia di Frosinone il primo appuntamento elettorale utile è quello delle amministrative della primavera 2020.

Si voterà in alcuni Comuni, tra i quali Ceccano, Patrica e Pontecorvo. Mancano ancora troppi mesi. Ma è evidente che si tratterà di un "test" comunque significativo. Anche se bisognerà considerare il fattore liste civiche. Prima però ci saranno due appuntamenti cruciali: le regionali in Umbria (27 ottobre) e in Emilia Romagna (26 gennaio). I risultati influiranno ad ogni livello, nazionale e locale.

Il senatore Bruno Astorre, segretario regionale dei Democrat, lo dice chiaramente. Rileva: «Senza nascondersi dietro un dito: verrà "tastato" il popolo sovrano. Sono due situazioni diverse: in Umbria si arriva ad elezioni anticipate dopo un "terremoto" notevole e con una candidatura alla presidenza della Regione che rappresenta il primo esempio di una collaborazione tra noi e i Cinque Stelle.

Fatta questa premessa, è evidente che una doppia vittoria della Lega avrebbe effetti forti e negativi sul governo giallorosso. Mentre un doppio successo di Pd e Cinque Stelle rafforzerebbe l'esecutivo e ribalterebbe la "narrazione" elettorale di questi ultimi mesi. In mezzo c'è il "pareggio". In ogni caso per il Partito Democratico si pone il tema di una ricalibratura delle alleanze. Siamo consapevoli che il percorso è in salita, ma la partita si gioca nello spazio enorme tra piazza e Palazzo».

La traduzione dal politichese è chiara: la nascita del Governo giallorosso è stata percepita come un'operazione di Palazzo e l'unico modo per provare a togliere benzina nel motore del centrodestra a trazione Lega è quello di una vittoria elettorale». Per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle, in Ciociaria non sono state assunte iniziative che vadano in direzione di un accordo con il Pd. Almeno finora.

Sul versante del centrodestra, si attendono le mosse della Lega e di Fratelli d'Italia. Il Carroccio alle Europee ha ottenuto il 40,35% in Ciociaria. Un voto di opinione. Ora la sfida degli onorevoli Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi (rispettivamente coordinatore regionale e provinciale) è quella dell'organizzazione sul territorio. E del radicamento. Mentre nei giorni scorsi il senatore Massimo Ruspandini, leader di Fratelli d'Italia, ha detto chiaramente che il partito di Giorgia Meloni ha i "numeri" per rivendicare il ruolo di partito guida della coalizione. Partendo proprio dalla Ciociaria. Poi ci sono Forza Italia e Cambiamo, al momento impegnati in una durissima partita. Nella quale si marca a uomo.