«Quanti siamo? Almeno 110. Mi riferisco a quelli che sono venuti con i due pullman». Giuseppe Vittigli, portavoce di Fratelli d'Italia a Frosinone, non ha dubbi.
La prova di forza che il partito di Giorgia Meloni ha voluto dare in Ciociaria è stata notevole. Sotto la regia politica, naturalmente, del senatore Massimo Ruspandini. Il quale ha affermato: «Da una parte il governo delle poltrone e degli sconfitti, dall'altra il popolo sovrano al quale è stato impedito di votare».

In tantissimi hanno voluto esserci davanti a Montecitorio. Per dire no al Governo di Movimento Cinque Stelle e Pd, guidato da Giuseppe Conte.
La Lega non ha voluto essere da meno. Domenico Fagiolo, consigliere comunale di Frosinone, dice: «Dalla provincia eravamo in tanti per sostenere l'azione politica di Matteo Salvini. Non è vero che il Capitano ha sbagliato strategia, ha semplicemente fatto emergere l'inciucio che stavano preparando da mesi».

Presente pure una folta delegazione di Cambiamo di Giovanni Toti, guidata da Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli. Nota Ciacciarelli: «Il popolo sta con noi, il popolo è contro gli inciuci di palazzo». E Abbruzzese chiosa: «La maggioranza degli italiani è rappresentata da questa piazza». In piazza non c'era Forza Italia.
Però il senatore Claudio Fazzone dice: «Voterò no alla fiducia. Ritengo questo governo legittimo dal punto di vista parlamentare ma inguardabile per le alleanze.
E non si è mai visto nella storia della Repubblica che lo stesso presidente governa prima con la destra sovranista e poi con l'estrema sinistra».

L'onorevole Claudio Durigon (Lega) spiega: «La crisi non è nata l'8 agosto. Conte trattava ai tavoli con Macron e Merkel. E quando hanno votato la Von Der Layen si è capito che c'era un accordo che avrebbe portato all'attuale governo».