Il punto fermo lo fissa l'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato, quando scandisce che «le Asl di Frosinone e di Latina resteranno due Aziende distinte». Nessun accorpamento o "razionalizzazione" all'orizzonte. Spiega D'Amato: «Nessuna volontà del genere». E per quanto riguarda la centrale operativa unica del Basso Lazio per il 118? Argomenta l'assessore: «Qui la sfida è estendere il servizio 112 a tutto il territorio. Per quanto riguarda l'organizzazione del distretto sud, valuteremo attraverso il confronto. Ma è chiaro che il servizio assicurato dal 118 non subirà alcun tipo di penalizzazione».

La giornata di ieri però è stata quella del passaggio di testimone. Luigi Macchitella lascia dopo quattro anni da commissario straordinario. Ringrazia i dipendenti e i collaboratori, i medici e gli infermieri, rivendica la crescita delle qualità delle prestazioni sanitarie e il miglioramento dei rapporti con gli amministratori e con il territorio. Poi dice: «Al dottor Lorusso auguro buon lavoro. Ci sono i margini per migliorare ancora».

Stefano Lorusso, 44 anni, (è nato a Potenza il 30 dicembre 1975), proviene dall'incarico di direttore amministrativo dell'Azienda per la tutela della salute della Regione Sardegna. Ha tre caratteristiche: è direttore generale (figura che mancava da più di cinque anni), non è un medico ed è molto giovane professionalmente. Caratteristiche che possono rappresentare una spinta notevole. Afferma: «Sono consapevole della complessità della sfida, che intendo affrontare né da ignorante né da presuntuoso».

Non evita le domande sulle future scelte che riguarderanno, per esempio, la sanità del cassinate e dell'area nord. Ma naturalmente non può sbilanciarsi. Rileva: «Sto ascoltando molto, mi confronto con tutti». Non lo aggiunge ma è sottinteso: alla fine però deciderà da solo. Come sulle strategiche e importanti nomine del direttore sanitario e del direttore amministrativo. Spiega: «Non sono venuto qui con un'idea, me la sto facendo. Il mio sguardo sulla Asl di Frosinone è "nuovo" e ho bisogno dei tempi giusti». Traduzione: arrivare da fuori è un vantaggio per chi deve scegliersi i collaboratori più stretti. Ringrazia Macchitella: «Trovo una Asl in ottima salute. Penso all'innovazione e all'assistenza territoriale. Ho avuto un'ottima impressione: trend positivo e clima di serenità».

Il fatto di non essere medico concede a Lorusso un approccio totalmente manageriale. Quindi indica la sua rotta: «Lavoreremo cogliendo le opportunità, il rispetto dei vincoli non significa rassegnarsi». Fabrizio Cristofari, presidente dell'ordine dei medici, rileva: «Bisognerà intervenire sull'emergenza, sui Pronto soccorso. C'è anche il tema delle aggressioni ai medici e al personale sanitario. Questo è il momento della condivisione». L'assessore D'Amato ricorda che nel Lazio ci saranno 106 nuovi primari, con una quota anche per la Asl di Frosinone. Quindi aggiunge che i posti letto nel Lazio sono in linea con i numeri nazionali.

Stefano Lorusso affronta tutti i temi: dalla carenza (nazionale) degli anestesisti ai servizi sul territorio. Ma non si avventura in proclami. È appena arrivato. Però fa capire chiaramente che assumerà tutte le decisioni che il ruolo di direttore generale gli riserva. Dall'organizzazione al resto. Alessio D'Amato conferma: «La sanità laziale continuerà ad investire sui medici, sugli infermieri, sui servizi. Intendiamo intervenire sui Pronto Soccorso. Lo stiamo già facendo, sul versante della contrattazione decentrata e della verifica degli incentivi».

E sui casi delle aggressioni ai medici D'Amato è netto: «Non ci sono elementi di giustificazione. Non i ritardi, non le attese. Nulla può giustificare episodi di violenza che riguardano soprattutto donne. Chiederemo più servizi di vigilanza, potenzieremo la videosorveglianza e ci rivolgeremo alle forze dell'ordine. Potrebbe essere un tema da comitato per l'ordine pubblico».

Insomma, l'era di Stefano Lorusso alla guida della Asl si apre in continuità con la stagione di Luigi Macchitella. Ma la sensazione è che il direttore generale voglia metterci del suo. E che in realtà abbia già le idee chiare

Un passaggio di consegne "benedetto" dalla politica. Come del resto ha sottolineato, senza nascondersi dietro un dito, l'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato.

Così come non è passata inosservata la presenza di Mauro Buschini, presidente del consiglio regionale del Lazio, il quale ha "chiamato" in prima fila Sara Battisti, consigliere regionale del Pd. Evidente e neppure troppo subliminale il messaggio che si è voluto lanciare: la svolta impressa alla sanità ciociara da Luigi Macchitella, e che adesso Stefano Lorusso dovrà continuare, va inquadrata nel sistema regionale, quello che ha portato all'uscita dal commissariamento. Quello targato Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e segretario nazionale del Pd.

Mauro Buschini si è rivolto a Macchitella chiamandolo "Gigi", come quando si parla di Buffon. A sottolineare però un legame forte. Ha detto Buschini: «Mi sono emozionato nell'ascoltare il bilancio di Luigi Macchitella. Perché ricordo da dove siamo partiti, da come era complicata quella stagione. Ma lui è andato avanti con la stella polare della qualità. La sanità di questa provincia non è la stessa di qualche anno fa. Ma bisogna ringraziare i medici, gli infermieri, tutti gli operatori.

Senza di loro nulla di tutto ciò che è stato realizzato poteva essere fatto. Oggi all'ospedale di Frosinone c'è la Neurochirurgia. Ed è stato superato il blocco delle assunzioni. Possiamo dire che la sanità locale è passata dalle deroghe alla capacità di programmare». Quindi Buschini ha fissato «le quattro sfide per il futuro». Rilevando: «La prima è l'abbattimento dei tempi delle liste di attesa. La seconda riguarderà gli investimenti per il settore dell'emergenza. Penso soprattutto ai Pronto Soccorso. Poi c'è il miglioramento della cosiddetta "rete territoriale": parliamo di una provincia di 91 Comuni, molti dei quali piccolissimi e difficili da raggiungere. Da ultimo la sfida delle sfide: il Dea di secondo livello per l'ospedale di Frosinone. Rispetto agli scorsi anni, grazie al lavoro di Luigi Macchitella, abbiamo una marcia in più».

L'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato è andato dritto al punto. Così: «Abbiamo voluto fortemente questo passaggio di consegne in modo aperto, direi plateale. Il Servizio sanitario regionale è in crescita e la Asl di Frosinone è tra le più importanti del Lazio. Da un lato abbiamo il dottor Luigi Macchitella, tra i più esperti nel Lazio. Una garanzia. Dall'altro c'è il dottor Stefano Lorusso, tra i più giovani. Per lui la guida dell'Azienda Sanitaria di Frosinone è anche una scelta di vita e di passione professionale.

A lui dico che non saranno sempre tutti applausi come oggi. Ci saranno momenti di difficoltà, bisognerà confrontarsi con i medici, con gli infermieri, con gli amministratori locali. Fondamentali saranno i primi 100 giorni. Ma è evidente che un passaggio di consegne di questo livello qui non sarebbe stato neppure immaginabile se non ci fosse stata l'opera di risanamento della sanità laziale da parte della Regione. Oggi la sanità chiude con un attivo di 6 milioni di euro.

Siamo partiti da un disavanzo di 2 miliardi di euro. Siamo arrivati a 280 punti di livelli essenziali di assistenza. Ma non ci fermiamo. Ci sono tante nuove sfide: l'invecchiamento della popolazione e l'aumento dell'aspettativa di vita impongono risposte rapide ed efficaci sul versante della sanità territoriale e delle cure delle malattie croniche.

Con Macchitella la Asl di Frosinone ha superato i livelli di copertura ottimali, l'ospedale del capoluogo oggi dà risposte a determinate patologie da Dea di secondo livello. I reparti ci sono già. Abbiamo voluto un passaggio di consegne ordinato. E il dottor Stefano Lorusso deve sapere che avrà la Regione al suo fianco. Sono convinto che farà benissimo». Insomma, la Regione Lazio c'è. Ma, soprattutto, vuole che si sappia

di: Corrado Trento