Un passaggio di consegne "benedetto" dalla politica. Come del resto ha sottolineato, senza nascondersi dietro un dito, l'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato.

Così come non è passata inosservata la presenza di Mauro Buschini, presidente del consiglio regionale del Lazio, il quale ha "chiamato" in prima fila Sara Battisti, consigliere regionale del Pd. Evidente e neppure troppo subliminale il messaggio che si è voluto lanciare: la svolta impressa alla sanità ciociara da Luigi Macchitella, e che adesso Stefano Lorusso dovrà continuare, va inquadrata nel sistema regionale, quello che ha portato all'uscita dal commissariamento. Quello targato Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e segretario nazionale del Pd.

Mauro Buschini si è rivolto a Macchitella chiamandolo "Gigi", come quando si parla di Buffon. A sottolineare però un legame forte. Ha detto Buschini: «Mi sono emozionato nell'ascoltare il bilancio di Luigi Macchitella. Perché ricordo da dove siamo partiti, da come era complicata quella stagione. Ma lui è andato avanti con la stella polare della qualità. La sanità di questa provincia non è la stessa di qualche anno fa. Ma bisogna ringraziare i medici, gli infermieri, tutti gli operatori.

Senza di loro nulla di tutto ciò che è stato realizzato poteva essere fatto. Oggi all'ospedale di Frosinone c'è la Neurochirurgia. Ed è stato superato il blocco delle assunzioni. Possiamo dire che la sanità locale è passata dalle deroghe alla capacità di programmare». Quindi Buschini ha fissato «le quattro sfide per il futuro». Rilevando: «La prima è l'abbattimento dei tempi delle liste di attesa. La seconda riguarderà gli investimenti per il settore dell'emergenza. Penso soprattutto ai Pronto Soccorso. Poi c'è il miglioramento della cosiddetta "rete territoriale": parliamo di una provincia di 91 Comuni, molti dei quali piccolissimi e difficili da raggiungere. Da ultimo la sfida delle sfide: il Dea di secondo livello per l'ospedale di Frosinone. Rispetto agli scorsi anni, grazie al lavoro di Luigi Macchitella, abbiamo una marcia in più».

L'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato è andato dritto al punto. Così: «Abbiamo voluto fortemente questo passaggio di consegne in modo aperto, direi plateale. Il Servizio sanitario regionale è in crescita e la Asl di Frosinone è tra le più importanti del Lazio. Da un lato abbiamo il dottor Luigi Macchitella, tra i più esperti nel Lazio. Una garanzia. Dall'altro c'è il dottor Stefano Lorusso, tra i più giovani. Per lui la guida dell'Azienda Sanitaria di Frosinone è anche una scelta di vita e di passione professionale.

A lui dico che non saranno sempre tutti applausi come oggi. Ci saranno momenti di difficoltà, bisognerà confrontarsi con i medici, con gli infermieri, con gli amministratori locali. Fondamentali saranno i primi 100 giorni. Ma è evidente che un passaggio di consegne di questo livello qui non sarebbe stato neppure immaginabile se non ci fosse stata l'opera di risanamento della sanità laziale da parte della Regione. Oggi la sanità chiude con un attivo di 6 milioni di euro.

Siamo partiti da un disavanzo di 2 miliardi di euro. Siamo arrivati a 280 punti di livelli essenziali di assistenza. Ma non ci fermiamo. Ci sono tante nuove sfide: l'invecchiamento della popolazione e l'aumento dell'aspettativa di vita impongono risposte rapide ed efficaci sul versante della sanità territoriale e delle cure delle malattie croniche.

Con Macchitella la Asl di Frosinone ha superato i livelli di copertura ottimali, l'ospedale del capoluogo oggi dà risposte a determinate patologie da Dea di secondo livello. I reparti ci sono già. Abbiamo voluto un passaggio di consegne ordinato. E il dottor Stefano Lorusso deve sapere che avrà la Regione al suo fianco. Sono convinto che farà benissimo». Insomma, la Regione Lazio c'è. Ma, soprattutto, vuole che si sappia