Un "mea culpa" con distinguo e, sullo sfondo, un partito che fatica a ottenere una sua riconosciuta visibilità a livello locale. Il comunicato della Lega, con la quale è stato censurato il comportamento di Gianluca Borrelli nei confronti del capogruppo dem Massimiliano Rossi, ha originato una risposta da parte del primo: scuse, un tentativo di fare chiarezza e una piccola analisi sul gruppo salviniano alatrense.

Il chiarimento di Borrelli
«Ho detto una parola in più, che avrei dovuto evitare -spiega Borrelli- ma va anche considerato il momento in cui l'ho detta, dopo ore di discussione su un tema importante come le condizioni della "Luigi Ceci". Ecco, mi sarebbe piaciuto che la Lega avesse riconosciuto il lavoro che ho fatto in queste settimane, oltre a dissociarsi da alcune mie esternazioni».
La Lega, appunto. Ha preso le distanze da Borrelli in maniera netta, nonostante la simpatia mostrata da quest'ultimo "nei confronti del partito a livello nazionale, che può anche sfociare in un attivismo a titolo personale" ma che, stando sempre a quanto afferma la segreteria alatrense, non è riconducibile al partito stesso ma alla "Libera azione del consigliere quale capogruppo di Alleanza per Alatri".

Come interpretare questa linea? «Tutto questo viene da una sensibilità politica diversa -afferma Borrelli - ossia da persone che sono uscite da Forza Italia e che oggi sono nella Lega».
Un termine elegante quello usato, sensibilità, per dire che, nella realtà, vi sono correnti che fin qui hanno frenato il partito dei leghisti. Una situazione già evidenziata in passato e che doveva risolversi poco dopo le elezioni europee, ma il tempo è trascorso senza alcuna grande novità: il gruppo consiliare non si è mai formato, restano in sospeso le posizioni dei due consiglieri che hanno manifestato vicinanza politica (lo stesso Borrelli e Roberto Addesse), l'attività politica ufficiale è delegata agli interventi di singoli (Giuseppe Pizzuti).

E le ultime dichiarazioni di Borrelli lasciano intendere che le tessere da comporre sono molte: «Io sono abituato a contrastare gli avversari politici. Qualcuno mi giudica come ha fatto in quel comunicato perché non mi allineo. E io non mi allineo».