La tessera del Pd l'aveva presa subito dopo la sconfitta al ballottaggio del 2016 contro Carlo Maria D'Alessandro. Ora, alla vigilia di un altro importante ballottaggio - quello tra Abbruzzese e Salera - Peppino Petrarcone rimette la tessera nelle mani dei vertici del Pd. Non solo. Prende le distanze dall'intero centrosinistra e quindi esclude qualsiasi tipo di sostegno al "suo" ex assessore alle finanze in vista del ballottaggio. Dopo un lungo excursus nel quale Peppino ha ripercorso tutta la sua carriera dalla prima vittoria del 1994 ad oggi, il due volte sindaco e cinque volte candidato (l'ultima volta quest'anno, con la sconfitta al primo turno del 26 maggio) affonda i colpi e dice: "Nelle elezioni amministrative del 2016, nonostante il Partito Democratico di Cassino avesse votato per il sostegno alla mia candidatura, i vertici del PD di Frosinone non diedero il simbolo del partito alla mia coalizione. L'esito di quelle elezioni ci è purtroppo ben noto ed il sottoscritto non fu eletto sindaco, non certo perché bocciato dall'elettorato, ma perché vittima del cosiddetto "fuoco amico", e cioè di molti esponenti che facevano riferimento al centro-sinistra e che ora si trovano candidati nella coalizione del candidato sindaco Dott. Enzo Salera. Nelle elezioni del 2019, nelle quali il candidato naturale del centro-sinistra doveva essere il sottoscritto, è spuntata la candidatura a sindaco di Enzo Salera, guarda caso sostenuta proprio da quella parte del PD che ci aveva votato contro nel 2016". Quindi l'annuncio dirompente: "Cari elettori, per amore della mia città sono sceso in campo ancora una volta, per risollevare il nostro territorio da logiche lobbistiche, di chi, con toni arroganti e minacciosi promette epurazioni ed espulsioni, pur di accaparrarsi poltrone e potere nella nostra Cassino. E' per amore ancora che oggi, con profonda convinzione, prendo le distanze da chi è solito tradire e che, anche in queste ore, va dicendo che il sottoscritto sarebbe andato a chiedere prebende per se e forse per qualche amico. Io chiedo solo rispetto e considerazione per chi rappresento. Bugiardi, oltre che traditori. Questa presa di coscienza e di distanza mi impone di restituire agli organi competenti del PD la mia tessera di partito, così togliendoli anche dall'imbarazzo e dall'incombenza di procedere alle espulsioni, fino ad oggi solo annunciate".