Ci sono storie nelle quali la vittoria non è determinata soltanto dal risultato, ma dalle dimensioni dell'impresa.Come nel primo film di Rocky. Quando alla fine i giudici decretano che Apollo Creed ha mantenuto il "titolo" ai punti. Ma nessuno ha ascoltato quel verdetto, perché sono tutti ad applaudire Rocky, capace di aver combattuto alla pari con il campione del mondo, peraltro ricco e famoso. Ecco, la storia politica di Maria Veronica Rossi ha le "stimmate" dell'impresa. Anche se non è stata eletta (almeno per il momento) europarlamentare.

Nella lista della Lega ha messo in fila 23.417 voti nell'intera circoscrizione Centro, che comprende Lazio, Toscana, Umbria e Marche. In provincia di Frosinone di preferenze ne  ha ottenute 12.318. E di vento nazionale si può parlare fino ad un certo punto, perché alle europee bisogna scrivere cognome e nome della scheda. E il suo, di nome e cognome, è stato pronunciato per 23.417 volte durante la fase dello scrutinio. È arrivata ottava, dietro esponenti fortissimi, di caratura nazionale. Bisognerà attendere la proclamazione ufficiale. L'Italia ha eletto 76 europarlamentari: 73 subito, 3 in attesa di... Brexit. Uno di questi seggi è il sesto della Lega nella circoscrizione Centro.
In parole povere le dimissioni da europarlamentare di Salvini dovrebbero consentire l'ingresso di Luisa Regimenti. Con il seggio di Matteo Adinolfi che resterebbe "congelato" in attesa della Brexit. Subito dopo Adinolfi c'è Maria Veronica Rossi. Cinque anni però sono lunghi e può succedere di tutto. Trent'anni, sposata, di Ferentino («ma vivo a Tecchiena», sottolinea), Maria Veronica Rossi ha aderito alla Lega cinque anni fa. È coordinatrice provinciale dei Giovani del Carroccio.

Come si descrive un'emozione del genere?
«Non si descrive, si prova».

Dove ha seguito lo scrutinio?
«A casa, con tutte le persone che mi hanno sostenuto».

Quanti voti pensava di prendere?
«Nelle previsioni più ottimistiche non oltre 5.000».

E come è arrivata a oltre 23.000?
«Ho fatto una campagna elettorale sui territori, a contatto con la gente. Affidandomi alla struttura giovanile della Lega, in tutti i collegi della circoscrizione».

Quanto ha speso per la campagna elettorale?
«Duemila euro. Ho fatto tutto da sola».

Su cosa ha puntato?
«Sulla semplicità e sulla concretezza. C'è voglia di cambiamento e la gente si fida della Lega. E poi ho portato dappertutto il messaggio che è importante puntare sui giovani. Ho perso il conto della manifestazioni alle quali ho partecipato nelle quattro regioni. I cittadini giudicano i fatti e i risultati, ma anche la passione di fare politica e la voglia di cambiare le cose. E diciamo la verità: soltanto la Lega di Salvini ha questo tipo di impostazione».

Cinque anni sono lunghi. Pensa di poter entrare nel Parlamento di Strasburgo?
«Intanto aspettiamo la proclamazione degli eletti e poi la Brexit. Inoltre Susanna Ceccardi potrebbe candidarsi alla presidenza della Regione Toscana. Nel caso vincesse...».

Quando e perché ha deciso di aderire alla Lega?
«Cinque anni fa, dopo aver visto un'intervista di Matteo Salvini a Canale 5. Poche chiacchiere e molti fatti. Sono stata "folgorata", si può dire così. Da quel momento è cambiato tutto». 

Prima della politica cosa pensava di fare?
«L'avvocato. Avevo intrapreso gli studi di giurisprudenza, poi sono passata a psicologia».

Delle politiche sull'immigrazione cosa pensa?
«Intanto che più controlli servono. In altri Paesi l'accoglienza è legata alla possibilità di poter avere un lavoro e di pagare le tasse».

E per chi fugge da teatri di guerra?
«Certamente. Però bisogna dimostrare di fuggire da zone di guerra».

Pensa che la Lega debba continuare a stare al governo con i Cinque Stelle?
«Non mi nascondo: è un Governo "innaturale". Ma bisogna guardare al senso di responsabilità, perché alla fine l'Italia va amministrata. Ad ogni livello».

Quante persone ha ringraziato?
«Tantissime. A cominciare dai giovani della Lega. Ma mi hanno sostenuto tutti: da Francesco Zicchieri a Claudio Durigon, da Francesca Gerardi a Gianfranco Rufa. Senza dimenticare Kristalia Papaevangeliu, Mimmo Fagiolo, i consiglieri di Frosinone e di tutti i Comuni».

Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani l'ha votata?
«Non lo so. Alla mia presentazione c'era, poi non l'ho visto più. Non lo so».

Al comizio di Veroli c'era la fila per un selfie con Salvini.
«Matteo Salvini è un uomo del popolo, a Veroli il Capitano ha voluto anche ringraziare le persone che erano rimaste per ore sotto la pioggia. Il punto è semplice: il popolo vota e poi la fiducia bisogna mantenerla».

In futuro si candiderà per la carica di sindaco di Ferentino?
«Mi piacerebbe. A Ferentino alle europee ho preso 1.496 voti. Il Pd, tutto insieme, 1.545».

Se diventasse parlamentare europeo...
«Lavorerei per i giovani, per far tornare tanti ragazzi che sono andati via da questo territorio per studiare o lavorare. E per difendere i diritti delle donne. Inoltre credo fermamente nel concetto di famiglia tradizionale».

Cosa pensa della manifestazione del Gay Pride a Frosinone?
«Rispetto i diritti di tutti. Ma credo che per far rispettare i diritti non servano manifestazioni come il Gay Pride».

Crede nella difesa dei confini?
«Fermamente. Ora si tratta di fare in Europa quello che abbiamo iniziato in Italia. Il rispetto della nostra cultura e dei valori cattolici è fondamentale».