"Nella vita ho sempre guardato avanti ma bisogna trovare anche il coraggio di fermarsi. Io mi fermo qui, ritiro la mia disponibilità a candidarmi".

E' la lettera con la quale Claudio Lena, con tutto il suo potenziale elettorale, aveva salutato la competizione qualche giorno fa. Poi il pressing della Lega  - che diceva di avergli apparecchiato il tavolo dell'unità del centrodestra - lo aveva convinto quanto meno a ripensarci.

Aveva deciso di crederci. Almeno di non buttare a mare una possibilità. L'ultima possibilità. E, invece, dopo la sortita di stanotte di Carmelo Palombo che ha gettato alle ortiche l'alleanza del centrodestra, è tornato con maggiore decisione a dire: "Io mi fermo qui".

Inutile scaricare il suo cellulare con chiamate continue. La lista che stava confezionando aveva all'interno potenzialità importanti, che non sono certo sfuggite ai "cacciatori d'occasioni". Ma lui e Peppe Tedesco escono di scena. Senza ulteriori ripensamenti.

Troppi "tatticismi esasperati che mi hanno profondamente logorato". E ancora "Porre a disposizione il proprio tempo per il bene comune è agli occhi di molti come l'esigenza di una ricerca spasmodica di una poltrona e della luce dei riflettori. Come finirà? Spero vinca Cassino con la sua gente, la Cassino che lavora, che produce, la Cassino onesta. L'auspicio è che chiunque vinca, abbia non solo il coraggio ma il senso civico di mettersi in discussione in mancanza di risultati. La città non può permettersi di scivolare sempre più giù, perdendo l'autorevolezza del passato, che ne aveva fatto un vero e proprio punto di riferimento per il Basso Lazio e non solo.

Deve tornare ad essere un territorio che risponda positivamente ad una crescente domanda occupazionale, se non sarà in grado di assicurare lavoro ai giovani non può esserci futuro.

Un invito ai giovani ""Non abbiate paura", partecipate alla vita politica, programmate il vostro futuro e non delegate ad altri quello che voi potete e dovete fare.

Non può assolutamente attendere, ha bisogno di scrivere il proprio futuro attraverso interventi reali e non attraverso slogan che una comunicazione politica ci obbliga quotidianamente ad ascoltare, non vedendone poi gli effetti".

Le telefonate continuano. Non si fermano. Ma il gruppo ha deciso. Guarderà questo bizzarro universo politico dalla finestra.