Quanto il caos chiama, il centrodestra risponde compatto. Unità solo nella confusione. E il colpo di teatro di ieri notte da parte della Lega è solo l'ultima puntata del martirio politico che si sta consumando nella campagna elettorale più metereopatica e bizzarra di tutti i tempi.

Carmelo Palombo e la Lega decidono che il tavolo debba saltare. FdI, e in particolare la Abbatecola, non danno risposte sul nome di Claudio Lena (accordo firmato tra Carroccio, FI e Udc) nonostante in giornata circoli che provinciale e regionale siano concordi, purché si viaggi insieme.

Ma il nome evidentemente creava più di qualche mal di pancia anche all'interno della Lega stessa a Cassino dove la bussola è stata smarrita  da tempo e a ogni proposta di candidatura c'è un gruppo o una corrente che minaccia di andarsene.

Claudio Lena, che si era già ritirato ma sono andati a ripescarlo con pressing e promesse di quadro unitario, preferisce non parlare. A pranzo si vedrà con Peppe Tedesco, anima della lista del sindaco che fino a ieri sera andavano affinando, prima che giungesse - dopo le 22.30  -la notizia del nuovo colpaccio di testa.

Non dice nulla ma ironizza: "Per andare avanti nella vita bisogna guardare avanti, per andare avanti in politica bisogna guardare indietro". 

Nessun medico gli aveva prescritto la discesa in campo. Convinto da imprenditori e professioni ma anche casalinghe e giovani aveva scelto di gettarsi nella mischia con liste civiche. Qualcuno iniziava a pensare di tirarlo dentro ma lui aveva già subodorato che quando questo o quel partito lo "accarezzavano" era in modalità "contro X, o contro Y" e, così, aveva staccato il telefono, non prima di aver annunciato il ritiro. Poi è partita una fase di pressing. La Lega lo voleva e avrebbe portato il nome al tavolo. Ma prima di brandirlo, erano state verificare le condizioni per chiudere su una "persona terza" con tutti gli altri alleati, una "persona terza" che, alla fine, non esprimeva nessuno ma era di tutti! Per una parte di FdI non era argomentazioni sufficienti e, pertanto, sono partiti i tavoli per un ulteriore polo unendo pure scontenti da ogni dove ed ex dissidenti dell'amministrazione D'Alessandro.

Tanto è bastato, come scrive Palombo nella nota della nottata, per rompere il tavolo. E dare a tutti il suo arrivederci. Ognuno vada per la sua strada.

Ma qual è la strada? Ci saranno altri nomi per partito o altri mini agglomerati politici? In città non si parla d'altro. La parola d'ordine è disorientamento.