«Io candidato a sindaco del centrodestra? Sono un uomo di squadra, l'importante è non riconsegnare la città alla sinistra». Benedetto Leone, direttamente dalle campagne di Terelle dove si è rifugiato in questi giorni allontanandosi per qualche tempo dal caos che regna in Municipio, non conferma e non smentisce.

Sei uscito di scena in punta di piedi prima del terremoto che ha portato alla caduta dell'amministrazione: avevi intuito che non c'era più nulla da fare?
«Sono uscito di scena prima perchè io non consento a nessuno di tenermi sotto ricatto. Amministrare Cassino è una cosa seria. Un onore per chi è nato sotto l'abbazia. Per altri invece, gli interessi personali venivano prima. Rivendico ancora una volta un principio: prima Cassino. Prima le famiglie di Cassino!».

Nel 2016 avevi palesato la tua volontà di candidarti a sindaco, poi hai fatto un passo di lato e sei stato il braccio destro di Carlo Maria: questa volta pensi di candidarti a sindaco?
«Io sono un uomo di squadra. Ho lavorato dalla mattina alle 8 alla sera tarda per i servizi sociali e per le famiglie di Cassino. E continuerò a farlo: ma una cosa sia chiara, non possiamo permetterci di riconsegnare la città alla sinistra, a coloro che hanno creato il maxi debito del Comune. Abbiamo bisogno di andare avanti, difendere la città dal ritorno del passato mettendo in campo da subito un progetto credibile».

C'è la possibilità di presentare un' unica coalizione con Lega e FdI, oppure il centrodestra è destinato a dividersi?
«È chiaro che in questo progetto non potrà esserci chi ha tradito, chi ha pensato al proprio tornaconto e ai propri interessi. Dove ci saranno i 15 firmatari, non potremmo esserci noi. Noi siamo persone serie, credibili».

Cosa hai pensato quando hai visto Chiusaroli e Secondino apporre le firme della sfiducia dimettendosi da consiglieri?
«Non voglio parlare di loro. I cittadini hanno conosciuto le persone. Ricordo solo a qualcuno, che in un consiglio comunale dove si chiedeva la sfiducia del Presidente, io feci un intervento a sua difesa, ricordandogli che siamo chiamati come uomini delle istituzioni a giurare e difendere la Costituzione, ma come cattolici a mettere in pratica nella nostra vita i valori ed i principi che il Vangelo ci ha insegnato».