Doveva essere il "giorno dei giorni", così come venerdì scorso, e invece in Comune si continua a temporeggiare. Questa volta a frenare gli amministratori di Cassino è stata la febbre del sindaco. A poche ore dall'inizio della riunione in programma oggi pomeriggio il primo cittadino ha infatti chiesto il rinvio causa influenza.

Nulla di eccezionale e non farebbe nemmeno notizia se il clima nel centrodestra non fosse teso come una corda e i rapporti personali logorati ai minimi termini. Del resto, quando Chiusaroli marcò visita in Consiglio comunale causa malattia, il suo certificato venne messo in dubbio. "Io - dice Chiusaroli - al contrario non metto in dubbio che la malattia sia reale". Ma la leader dell'ala dei dissidenti aveva spiegato che oggi era il termine ultimo, visto che la situazione va avanti da parecchio.

Dunque lunedì potrebbero staccare la spina recandosi al Comune dal segretario per firmare le dimissioni insieme ai 9 dell'opposizione.. Marino Fardelli lancia ponti: "I consiglieri comunali del PD sono stati i primi a presentare e votare compatti una mozione di sfiducia al sindaco in consiglio comunale. Sono stati compatti e coesi nell'apporre le loro firme sul registro aperto dalla lega presso il notaio. Fissate tranquillamente data e ora per presentare le "dimissioni di massa e vedrete che i consiglieri del PD si presenteranno compatti e al completo".

Dalla Lega ugualmente fanno sapere: "Una volta che sono tutti dal notaio o dal segretario ci chiamassero, andremo senza alcun problema, ma ora tocca a loro fare il primo passo".

È il giorno dei giorni. Forse. Dopo circa un anno di fibrillazioni e settimane di dura dialettica interna per usare un eufemismo il centrodestra potrebbe ritrovare la pace. Nella notte di San Valentino sembrerebbe essere riscoppiato l'amore. Il condizionale è d'obbligo, perchè il risiko è complicato e sono molti gli attori in campo.

Andiamo con ordine: Fratelli d'Italia è intenzionata a rientrare con Angela Abbatecola in giunta. Ma questo cambia poco o nulla al sindaco, in quanto in assise esprimerebbe il consigliere Franchitto, che già oggi è organico alla maggioranza. Stesso discorso vale per le liste civiche: confermeranno il loro sostegno, ma di fatto non sono mai realmente uscite dalla maggioranza (fatta eccezione per il post su Fb di Di Mascio durato il tempo di un pomeriggio). Poi c'è la Lega, un partito diviso al suo interno in quanto alcuni vorrebbero rientrare e altri restare all'opposizione: sembra ci tengano abbastanza a non perdere la faccia e la reputazione, difficile dargli torto.
Ma se nella lotta tra falchi e colombe alla fine prevarranno quest'ultime, per il sindaco cambia poco: nel senso che i voti in consiglio comunale non sarebbero sufficienti, in quanto ad oggi D'Alessandro ha 9 voti. Con i due della Lega si arriverebbe a 11: ma per la maggioranza assoluta ne servono 13.

Questo significa, e il sindaco lo sa bene, che ad avere il pallino in mano sono i 4 dissidenti. D'Alessandro deve quantomeno dividere il gruppo, per fare... "tredici". Ma in realtà i mediatori che continuano a lavorare a fari spenti avrebbero suggerito al primo cittadino di spuntare le armi dei dissidenti e dichiarare l'azzeramento della giunta in apertura della riunione.
Ma non sarà un vero e proprio azzeramento: chiederà, cioè, ai coordinatori dei partiti di far rimettere le deleghe degli assessori nelle sue mani.  Per Dino Secondino «gli spazi ci sono. Mi auguro che il sindaco voglia dare un segnale forte. O iniziamo con responsabilità piena, altrimenti nulla da fare». Non si sa se questo segnale arriverà e oggi si potrebbe concludere il tutto con un'ennesima fumata nera.

La frustata di Rossella
Di fumata nera non vogliono però sentir parlare Chiusaroli e Tartaglia, che all'unisono mettono in guardia: «O la riunione di oggi si conclude con un azzeramento reale oppure siamo pronti ad andare al voto subito perché i cittadini non meritano un anno di commissariamento. Per noi, dunque, è l'ultima chiamata».

di: Alberto Simone