È diventato un "caso" politico a livello nazionale. L'intervista rilasciata a Ciociaria Oggi e Latina Oggi dal senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale di Forza Italia, ha lasciato il segno. E in una dichiarazione all'Adnkronos, Fazzone ha confermato: «Il partito ha bisogno di cambiamenti, di riorganizzarsi, di dare più forza ai territori. La classe dirigente va scelta tra gli amministratori locali bravi, invece li creiamo e poi li "ammazziamo"». Ancora: «Siamo stanchi di andare a chiedere l'elemosina per fare qualcosa, il centro-sud non è rappresentato, vogliamo pari dignità politica. È possibile che due o tre persone decidano per tutti? Non è accettabile, così non va bene». Quindi ha continuato: «Dobbiamo recuperare il rapporto tra il territorio e i nostri elettori. Un partito si deve rinnovare in tutto, anche in tv. Possiamo vedere in video le stesse facce da 30 anni? Vogliamo dare una prospettiva ed entusiasmo alla gente? Noi vogliamo il cambiamento, se poi non ci vogliono, ce lo dicano. Amici più di prima, ma saremo noi ad andarcene.  Sostengo Tajani come vicepresidente di Forza Italia e candidato alle europee, ma questo non mi impedisce di parlare. Non posso tapparmi la bocca. Giro tutta la regione e non solo. E mi faccio portavoce delle istanze che arrivano dai territori. Siamo stati eletti per rappresentare la gente e mi accorgo che così non va». E adesso cosa succederà? Lo abbiamo chiesto a Claudio Fazzone, che afferma: «Penso intanto che la prospettiva andrebbe ribaltata. Nel senso che non dovremmo criticare i 5 o 6 italiani su 100 che ci votano. Ma chiederci come mai ci votano soltanto 5 o 6 su 100». Chiaro il riferimento alla frase pronunciata dal presidente Silvio Berlusconi. Il che vuol dire che Fazzone prende una posizione differente. Il coordinatore regionale degli "azzurri" aggiunge: «Mi si continua a chiedere se nel mio futuro ci sono prospettive diverse: tipo l'adesione alla Lega o ad altre forze politiche. Rispondo che il punto non è questo. Aggiungendo che non è possibile parlare in prima persona: dietro di me c'è una squadra di amministratori, di militanti, di esponenti politici. Nel centro-sud ho contatti diretti con circa mille amministratori e 215 sindaci. Non mi muovo da solo». Per quanto riguarda la provincia di Frosinone, il punto è quello della convocazione del congresso. Spetta proprio a Fazzone convocarlo. La situazione è nota. L'area di Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli auspica tempi rapidi e si prepara ad indicare il sindaco di Pofi Tommaso Ciccone per il ruolo di coordinatore. Esattamente un anno fa proprio Claudio Fazzone nominava Adriano Piacentini commissario-coordinatore. E Fazzone ribadisce la sua posizione: «Non posso fare le convocazioni dei congressi provinciali fin quando non avremo la platea ufficiali degli iscritti. E penso anche che, prima dell'assemblea provinciale, andrebbero svolti i congressi comunali». La sensazione di una partita a scacchi giocata soprattutto sull'orlo di una crisi di nervi c'è. Ma in ogni caso il contesto provinciale in questo momento è secondario rispetto alla posizione assunta da Claudio Fazzone sul piano nazionale all'interno di Forza Italia.