"Siamo costretti a constatare, non senza dispiacere, il perdurare di un inspiegabile atteggiamento politico del Sindaco che, di fatto ed in assenza dell'azzeramento richiesto, ci estromette dalla sua maggioranza". I quattro consiglieri comunali "dissidenti" rompono gli indugi e al termine di una lunga riunione diramano una nota nella quale spiegano perchè, da oggi in poi, il loro posto è tra i banchi dell'opposizione. Oltre ai tre consiglieri di Forza Italia Secondino, Chiusaroli e Tartaglia, firma il documento anche Antonio Valente di Nci. I quattro spiegano: "Ci troviamo oggi a dover stigmatizzare una posizione di chiusura, netta, da parte del Sindaco sulla nostra richiesta di coinvolgimento sulle decisioni che riguardano le scelte programmatiche ed amministrative della nostra Città. Prendiamo ancora atto che il Sindaco continua a nascondersi dietro comunicati sterili, come quello diffuso in data odierna in cui fa riferimento a improbabili condivisioni sui punti programmatici e sul bilancio riequilibrato, e che testimoniano solo come egli intenda continuare a considerare i suoi Consiglieri Comunali utili solo a votare in aula delibere su progetti e decisioni prese unilateralmente. È un atteggiamento politico intollerabile, poiché mortifica il nostro ruolo all'interno del Consiglio Comunale. A dimostrazione del fatto che la nostra posizione non costituisce alcun gioco di potere e conseguenzialmente a quanto preannunciato con il comunicato del 5 gennaio scorso, noi consiglieri di Forza Italia abbiamo provveduto a rimettere tutte le deleghe rispettivamente assegnateci nelle mani del nostro Partito di appartenenza, mentre io Consigliere Valente ho già provveduto a far rimettere la delega assessorile della rappresentante indicata nella Giunta Municipale, coerentemente alla richiesta di azzeramento avanzata da tutti noi in precedenza. Siamo pienamente consapevoli di aver fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità per addivenire ad una soluzione delle criticità politiche ed-amministrative più volte emerse e rappresentate con forza". Questo significa che oggi il sindaco ha solo otto consiglieri disposti a votargli la fiducia (e il bilancio) in Consiglio. Ne servono 13: altrimenti tutti a casa. Ma non è escluso, a questo punto, che il sindaco decida di giocare d'anticipo.