«Da oggi la Regione Lazio è ancora più vicina alle donne vittime di atti persecutori, violenza e maltrattamenti, che si trovano a fronteggiare conseguenze penali e civili per quello che hanno subito». Parole di Eleonora Mattia (Pd), presidente della IX Commissione Pari Opportunità e prima firmataria dell'ordine del giorno, approvato recentemente all'unanimità alla Pisana, che prevede il coinvolgimento degli ordini forensi del Lazio al fine di affiancare le vittime, grazie all'aiuto di professioniste e professionisti specificamente formati e specializzati nel patrocinio legale in materia di violenza sulle donne.

«Sappiamo bene che una delle maggiori difficoltà che incontrano le donne - spiega Mattia - di ogni età e condizione sociale, costrette a subire violenza in casa, per strada o sui luoghi di lavoro, è proprio quella di sostenere i costi di una battaglia legale, aggravando una situazione psicologicamente e fisicamente già molto difficile. È per questo che, con questo ordine del giorno, ho chiesto all'aula di impegnare il presidente Nicola Zingaretti e la Giunta ad implementare ulteriormente gli interventi della Regione Lazio (dai centri antiviolenza alle case rifugio) attraverso il sostegno legale e giudiziario alle donne vittime di stalking, violenza e maltrattamenti, per dare così una risposta forte e concreta ad un disagio di molte donne del Lazio».

Novità anche dal Consiglio regionale, dove è stato approvato un ulteriore ordine del giorno, con prima firmataria Mattia, che chiede al presidente Zingaretti, e sollecita tutti i parlamentari del Lazio (a prescindere dagli schieramenti), di contrastare la norma, prevista nella legge di bilancio ormai in vigore, che consente alle donne di lavorare fino al giorno del parto.

L'ultimo ordine del giorno sulle donne riguarda il diritto alla contraccezione per estendere al Lazio le nuove politiche tese ad evitare aborti e gravidanze indesiderate e a contrastare le malattie sessualmente trasmissibili. «Investire in contraccezione è fondamentale - conclude Mattia - l'Italia è al terzultimo posto, in un'indagine in 10 Paesi europei, per uso di contraccettivi e le cause vanno ricercate anche nel costo degli stessi, che crea barriere sociali ed economiche per le fasce più fragili, in particolari minori e donne che subiscono violenza».