«Inutile nascondersi dietro un dito: l'imbarazzo politico c'è». Va dritto al punto Daniele Maura, membro dell'assemblea nazionale e dirigente provinciale di Fratelli d'Italia. Fedelissimo del senatore Massimo Ruspandini, è in pole position per una candidatura al consiglio provinciale.
Fa riferimento all'assenza del consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli (Forza Italia) alla votazione sulla mozione di sfiducia nei confronti di Nicola Zingaretti. Rileva Daniele Maura: «Il punto non è la natura istituzionale o meno della missione (anche se a quanto pare la decisione è stata comunicata all'ufficio di presidenza diverse ore dopo la convocazione della seduta), il punto è che si poteva annullare la visita in Scozia e restare in aula a votare. Il significato politico sarebbe stato enorme. Invece è andata diversamente. Mi chiedo come si fa a parlare di unità del centrodestra nella nostra provincia. Poi ci meravigliamo dell'esito delle elezioni per il presidente della Provincia».
Aggiunge Daniele Maura: «Pensiamo al valore politico che avrebbe avuto l'approvazione della mozione di sfiducia nel giorno in cui a livello nazionale si parlava della bocciatura della sanità laziale. Io dico soltanto che Fratelli d'Italia è stata in aula a votare, in maniera compatta. Mentre, per quanto riguarda Forza Italia, su 4 consiglieri, 2 voti a favore, 1 contrario e 1 assente. Alla fine sono anche i numeri che fanno la sostanza politica». Rileva ancora Daniele Maura: «Peraltro in Ciociaria negli ultimi anni Forza Italia ha mantenuto un accordo trasversale molto forte con il Pd. Penso alle intese per la presidenza della Provincia nel 2014 o per quella dell'Asi e a tante situazioni del genere. L'asse tra Francesco De Angelis e Mario Abbruzzese non è certamente una nostra invenzione. Fratelli d'Italia ha sempre preso le distanze da tutto questo e oggi dobbiamo registrare che nella sostanza nulla è cambiato».
Inutile aggiungere che Daniele Maura esterna un malumore diffuso in Fratelli d'Italia. Lo stesso del senatore Massimo Ruspandini, che da mesi sottolinea la necessità di un ripensamento globale della coalizione. Perché dopo l'esito delle elezioni politiche del 4 marzo, gli equilibri sono cambiati. Ad iniziare dalla fine della leadership di Forza Italia.