«Io non faccio la stampella a nessuno. Faccio parte di una squadra che si colloca all'opposizione e nessuno di noi è intenzionato ad "aiutare" la maggioranza».Massimiliano Mignanelli, da più parti indiziato come colui che potrebbe sfilarsi da una eventuale mozione di sfiducia delle opposizioni, esce allo scoperto e sgombera il campo da equivoci. Afferma che non farà la stampella a D'Alessandro, e ai suoi detrattori manda a dire: «Non faccio cadere l'amministrazione perchè perdo la poltrona in Provincia? Chi parla, evidentemente, non sa distinguere tra il fare politica e gli incarichi di secondo livello».

Il monito di Mignanelli
E come se non bastasse, l'ex presidente del Consiglio comunale tuona: «Certamente i dieci esponenti dell'opposizione "storica"di cui io faccio parte, non possono farsi dettare i tempi da un partito, la Lega, che fino a ieri ha votato a favore di questa amministrazione. Valuteremo il da farsi: certamente se domani la maggioranza non avrà i numeri per la surroga non saremo noi a fornirglieli». Le parole di Massimiliano Mignanelli sono significative perchè giungono all'indomani della riunione del Pd in cui si è deciso che giovedì il partito non sarà in Aula se la maggioranza non sarà autosufficiente. E, numeri alla mano, la conta della maggioranza è ferma a dodici (sindaco compreso), in quanto con le dimissioni di Evangelista è vacante un posto in Forza Italia: quel posto dovrà essere occupato da Dana Tauwinkelova, ma servono 12 consiglieri (più il sindaco) affinchè l'assise possa iniziare, altrimenti in assenza di numero legale servirà la seconda convocazione.

Ripartenza e rischio flop
L'opposizione intenderebbe così mettere a nudo le debolezze politiche e numeriche dell'amministrazione D'Alessandro, ma secondo ambienti ben informati una eventuale sconfitta non sarebbe vista con dispiacere dall'amministrazione che sta tentando di prendere tempo per permettere che in assise al posto di Evangelista vada la seconda dei non eletti di Forza Italia, ovvero Sara Matera (fedelissima del sindaco), e non la prima, Dana Tauwinkelova, che certamente non brilla in disciplina nei confronti dei dirigenti azzurri. Ma certo che il primo Consiglio dopo le dimissioni che fa flop per mancanza del numero legale non è il massimo per l'amministrazione, che quindi ieri è corsa ai ripari e ha fissato la seconda convocazione per lunedì 26: in quella seduta basterà un terzo dell'assise, ovvero 8 consiglieri.

Chi sta con chi
Questo lo scacchiere di partenza in vista del Consiglio di domani: con il sindaco ci sono cinque consiglieri civici, cinque di Fi, e Valente di Noi con l'Italia: sono 12, non bastano. Dodici anche quelli dell'opposizione: sette del Pd, Mignanelli di Ncd, gli indipendenti Grossi e Sebastianelli e i due consiglieri della Lega. Secondo fonti ben informate e indiscrezioni sempre più pressanti, i due salviniani domani non saranno in Aula, così come i sette del Pd e, quasi certamente, Sabrina Grossi. A D'Alessandro per provare ad evitare la figuraccia serve ancora una volta la stampella di Sebastianelli, ma il consigliere non ha alcuna intenzione di fornire assist alla maggioranza. Lancia però un'altra idea: «Questa amministrazione ormai ha fallito su tutti i temi. Se il Consiglio avrà inizio proporrò a tutti -dice Sebastianelli- di presentare in massa le dimissioni.
Perchè è ormai chiaro che questa amministrazione non ha futuro e nonè obbligatorio fare un mandato di cinque anni se non ci sono le condizioni».

Il dilemma
Il consigliere Sebastianelli intende insomma scrivere la parola fine, ma le dimissioni di massa non convincono tutti: c'è ovviamente la paura che qualcuno possa tradire e che non si arrivi a quota tredici. Perchè, è bene ricordarlo, ad oggi le opposizioni dalla Lega al Pd passando per i civici non superano quota dodici e per fare "tredici" serve convincere un consigliere di maggioranza. Il Pd si appella dunque a tutta l'assise civica.

L'appello del Pd
«Come Pd -dice Fardelli- siamo pronti a mettere in campo una valida alternativa per Cassino mandando a casa questa maggioranza con un appello alla città e ai consiglieri comunali tutti che siedono all'interno della "Sala Di Biasio" per un'azione di sfiducia di massa. Non resta che prendere atto, con le dovute conseguenze, del fallimento amministrativo e politico in cui versa la città di Cassino e chiedere a gran voce il ritorno alle urne con un Pd che, facendo tesoro degli errori passati, potrà governare un processo di rinascita di Cassino. La nostra posizione uscita unanime a seguito di un incontro tenutosi lunedi tra i presenti firmatari e i consiglieri comunali iscritti al Pd è un messaggio chiaro e netto agli interlocutori: mandiamo a casa D'Alessandro e la sua maggioranza. Ora. Subito».