«Sono soldi guadagnati, ci devo rinunciare per fare un favore a Di Maio?». Così Fernando D'Amata, intervistato nel corso della puntata di domenica scorsa di Stasera Italia Weekend, in onda su Rete 4. Ancora una volta ha difeso la corresponsione del vitalizio. Spiega: «Non ho rubato niente. Si tratta di diritti acquisiti. Il ragionamento è semplice: Di Maio e Salvini hanno la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento, per poter approvare una nuova disciplina. Ma toccare i diritti acquisiti non lo trovo giusto.

Sono stato consigliere regionale (della Dc) per dieci anni: dal 1985 al 1995. Per due volte anche assessore. E ogni mese ho versato il 29% di contributi per poi ottenere il vitalizio. Si tratta di un diritto stabilito dalla legge. Fra le altre cose all'epoca mi misi in aspettativa, per dedicarmi a tempo pieno all'attività amministrativa. Una scelta fatta guardando anche al futuro: non è che adesso si può dire che deve cambiare tutto». Aggiunge Fernando D'Amata: «Da assessore regionale riuscì a ridurre di 1,5 miliardi di vecchie lire il debito della sanità laziale. Quanto prendo al mese? Cinquemila euro. Ripeto: per dieci anni ho corrisposto un contributo del 29% al mese. Siamo in uno Stato di diritto e infatti voglio vedere quale sarà alla fine il giudizio sul taglio dei vitalizi per gli ex deputati.

Non è in questo modo che si rimette in moto il Paese. Credo che il principio importante sia quello di un rapporto tra quello che si è versato e quello che si percepisce. Non è con la demagogia che si governa un Paese come l'Italia. E questa continua "caccia" al politico ha finito con l'indebolire perfino le istituzioni. Lo Stato di diritto è una cosa seria».