Il dado è tratto: Zingaretti governerà. Ma farà fatica. Nonostante i dati incompleti per via dei seggi "intoppati" che hanno aggiunto il sapore della farsa a uno spoglio elettorale già incredibilmente lungo e farraginoso, lo scenario del nuovo Consiglio regionale appare piuttosto complicato. Con l'effetto "anatra zoppa" che costringerà il presidente Zingaretti a uno sfibrante confronto con un'assise in mano al centrodestra e ai Cinque stelle. Dunque con l'opposizione in maggioranza.
Il presidente, però, tira dritto perlasuastrada. Epensaallanuova squadra di governo: tutti assessori esterni, anticipa.
«Nella mia Giunta ha tagliato corto ieri Zingaretti non ci saranno membri del Consiglio vista la perimentazione di questi anni e i numeri del Consiglio». Ha ricevuto la telefonata di auguri dalla Raggi e si è messo subito al lavoro: «Ho convocato per lunedì tutti i direttori generali e i commissari delle Asl per mettere a punto provvedimento contro le liste d'attesa», ha detto.
Aggiungendo: «Abbiamo sfatato un altro mito, quello di un presidente uscente riconfermato. E mi fa piacere che sia avvenuto in un tempo in cui sembra che le elezioni le vinca solo chi sta all'oppo sizione».
Chi entra alla Pisana
Quando ancora manca l'ufficialità per via di due seggi "congelati", la ripartizione degli scranni alla Pisana appare comunque definita: 25 scranni al centrosinistra, compresi i dieci del premio di maggioranza eil presidenteZingaretti (18 al Pd, 3 alla Lista Zingaretti, uno a Leu, uno alla lista Bonino, uno a Centro solidale) e 26 all'opposizio ne (15 al centrodestra, 10 al M5s e uno a Pirozzi). Nel centrodestra 6 seggi li conquista FI, 4 la Lega, 3 FdI, uno ciascuno a Udc ed Energie perl'Italia.
Gli eletticiociari sicuri di avercelafatta sono quattro, tanti quanti gli uscenti: Mauro Buschinie SaraBattistidel Pd,Pasquale Ciacciarelli di FI, Loreto Marcelli del M5s. Ma al poker potrebbe aggiungersiun quintoconsigliere: Alessia Savo della Lega.
Un seggio, infatti, a tarda sera era ancora in bilico con Latina. Una volta sciolto l'ultimo nodo dei resti da assegnare su base proporzionale, quello scranno potrebbe essere suo.
Un voto che parla
Il datopolitico della sfida perla Pisana è in linea con quello delle politiche: Cinque stelle primo partito della regione, Pd il secondo, Lega il terzo. Racconta del drammatico tracollo dei dem che nel Lazio, in cinque anni, hanno perso per strada otto punti percentuali e quasi trecentomila voti. Giusto quelli che mancano a Zingaretti per bissare anche in termini numerici il risultato del 2013. E che gli costeranno il prezzodi un mandato tutto in salita. Cede terreno rispetto a cinque anni fa anche Forza Italia, allora in corsa col simbolo del Pdl, con oltre duecentomila voti in meno (-6%). La Lista Zingaretti si conferma sui livelli precedenti (mavisti i numeri dell'aula è ancora più preziosa), mentre nel confronto col 2013 il M5s cresce di novantunomila voti e oltre il 2%. Almeno un terzo dei vecchi elettori Pd è finito lì. E gli altri? In gran parte alla Lega, che conoltre 250.000 voti dilista e cavalcando l'effetto Salvini intederà dire la sua anche in via della Pisana. Il vero exploit, però, lo fa la Meloni con Fratelli d'Italia che raddoppia il dato di cinque anni fa (quando però era in concorrenza con La Destra di Storace): da 107.000 si passa a 220.000 voti, dal 3,8% all'8,8%. Lo sconfitto invece è Pirozzi, almeno sotto il profilo politico.
La sua candidatura ha di fatto sbarrato la strada alla vittoria del centrodestra. Con il 3,89% delle sue liste, Parisi sarebbe stato governatore. E ora il suo seggio potrebbe anche risanare l'anatra zoppa di Zingaretti. 
In provincia

Qui l'onda del centrodestra si è sentita eccome. Parisi è il candidatopresidentepiù votato(comepure a Latina e Viterbo) col 39,50% e quasi 102.000 voti, 12.000 in più di Zingaretti (35,12%). Il M5s è il primo partito con oltre 52.000 voti (23,06%), il Pd è il secondo con 50.700 (22,33%), FI il terzo con 43.918 (19,34%), seguito dalla Lega (28.096 voti, 12,37%) e da Fratelli d'Italia (13.957 voti, 6,14%).