Se il piano di rientro dell'Università di Cassino arriva fino al 2037, per far fronte ai 40 milioni di euro di debiti, al Comune occorre invece un quarto di secolo per mettersi in regola. Dopo un anno dall'insediamento il sindaco D'Alessandro ha infatti messo in fila i debiti ereditati dalla sua amministrazione: dai mutui, al fondo di rotazione, passando per le transazioni e altre voci, la mole totale supera i 70 milioni di euro, e i sacrifici maggiori riguarderanno proprio questa consiliatura.

«Quasi il 50% - spiega l'assessore al bilancio Schimperna – dovranno essere pagati nei primi anni, si inizierà a "respirare maggiormente" dal 2022, i Bot invece scadranno nel 2024. Noi, nonostante il bilancio ingessato proseguiamo su questa strada, senza dichiarare il dissesto, ma è chiaro che se tra sei mesi dovesse arrivare un'altra tegola milionaria a quel punto sarebbe difficile evitare il crack».

La situazione è dunque estremamente critica, per questo ha già annunciato che farà di tutto per evitare il dissesto e oggi farà l'operazione verità per informare tutti i cittadini su qual è la situazione finanziaria, con la massima trasparenza. Il sindaco prima, e la consigliera Chiusaroli poi, non hanno addossato colpe ai predecessori: hanno spiegato che i debito che saranno portati il prossimo 4 agosto in Consiglio riguarderanno gli anni Novanta e in alcuni casi si va ancora dietro con gli anni.

Non hanno però mancato di evidenziare, con una stoccata indiretta all'ex assessore che aveva predicato il risanamento, che di sano non c'è proprio nulla. Enzo Salera non lascia cadere nel vuoto la provocazione e risponde: «Questa conferenza è l'ennesimo tentativo di distogliere l'attenzione dai problemi veri della città come l'acqua e il cimitero. Si sta cercando un alibi per far fronte alle incapacità di governare. Hanno atteso un anno - tardando 7 mesi dall'annuncio - per fare l'operazione verità, noi la facemmo dopo soli 40 giorni evidenziando tutta la situazione debitoria. Poi abbiamo lavorato al risanamento».