Il Partito Democratico ha preceduto la Lista Cristofari di undici preferenze: 2.414 contro 2.403. Ma l'arretramento politico del Pd continua inesorabile: il 9,30% è più basso anche rispetto al 2012, quando i consensi furono 2.882 (10,46%). In quella occasione, però, la frattura era appena avvenuta e in diversi sostennero Domenico Marzi. Se poi consideriamo il 2007, l'allora Ulivo nel capoluogo raggiunse 4.855 voti, pari al 16,1%. Un saldo negativo di 2.471 voti. Nel 2002 gli allora Democratici di Sinistra arrivarono a 4.130 voti, il 13,20%. E c'era anche La Margherita: 2.317 voti, il 7,40%.

Ma il dato da analizzare è pure un altro: 17 candidati su 32 non sono andati oltre le 10 preferenze. Un numero a dir poco clamoroso per un partito come i Democrat. Se poi consideriamo pure che 1.175 voti sono stati presi da Angelo Pizzutelli (703) e Norberto Venturi (472), allora è evidente la difficoltà politica di un partito che ha chiuso la lista in extremis andando a riempire molte caselle.

C'è poi anche un altro tipo di considerazione e cioè che le sconfitte alle comunali continuano ad inanellarsi sistematicamente: Frosinone per due volte di seguito, ma pure Cassino, Sora e Ceccano. Senza che nessun dirigente o leader abbia neppure posto il problema. Mai un'analisi, mai una riflessione, una dibattito vero con l'ipotesi delle dimissioni dei responsabili politici sul tavolo. Come se niente succedesse mai.

E parliamo di un partito che esprime due senatori (Francesco Scalia e Maria Spilabotte), un deputato (Nazzareno Pilozzi), un assessore regionale (MauroBuschini), un consigliere regionale (Marino Fardelli), un leader come Francesco De Angelis, peraltro presidente del Consorzio Asi. Un discorso diverso va fatto per Maria Spilabotte, l'unica dei big ad aver avuto il coraggio di metterci la faccia e candidarsi al consiglio comunale, ottenendo 317 preferenze. Non è entrata in consiglio comunale per un soffio ma ha comunque dato un contributo forte.

Ma il punto è che il segretario provinciale Simone Costanzo non può continuare ad evitare di afferrare il toro per le corna: le comunali di Frosinone confermano la vocazione alla disfatta del partito alle comunali. Tanto più che invece la mobilitazione c'è stata quando invece si è trattato delle primarie per l'elezione del segretario nazionale. Questo perché i big hanno "tirato" in prima persona.

Il 9,26% della Lista Cristofari conferma che il presidente dell'ordine dei medici era un ottimo candidato a sindaco, che però non è stato supportato. In primis dal suo partito. Flessione notevole anche da parte dei Socialisti e Riformisti: 1.367 voti, il 5,27%. Nel 2012 le preferenze erano state 2.596 (9,42%):sono stati1.229 i consensi lasciati sul campo. Nel 2007 l'allora Sdi arrivò a quota 4.434 voti, il 14,7%. Più del triplo rispetto ad oggi. E se il 5,27% resta comunque un dato più alto rispetto alla media nazionale, c'è da dire che il Comune di Frosinone è stato per decenni la roccaforte di Gianfranco Schietroma.

C'è poi l'arretramento complessivo di un centrosinistra che non ha mai dato neppure l'impressione di poter essere davvero competitivo nella corsa alle comunali. Nel centrodestra Forza Italia si piazza seconda dietro la Lista Ottaviani. Per gli "azzurri" 3.097 voti, pari all'11,93%. Nulla a che vedere con il 2012, quando l'allora Popolo delle Libertà arrivò a 5.354 preferenze, il 19,43%. E nel 2007 Forza Italia ottenne 5.643 voti, il 18,03%. Con Alleanza Nazionale subito a ruota: 5.252 voti, il 16,78%. Altri tempi certamente, ma anche altri partiti. Alternativa Popolare di voti ne ha ottenuti 1.288, il 4,96%: si aspettava probabilmente di più ed è rimasta comunque lontana da Forza Italia. Allo stesso modo confidava in un risultato migliore Fratelli d'Italia, che alla fine si è fermata a 831 voti, il 3,20%.