Una spesa potenziale enorme. Impossibile ipotizzare che tutti i candidati arrivino a toccare il tetto massimo, specie quelli civici veri e non supportati da forze politiche di un certo peso. Anche se a Frosinone il dispendio di energie dimostra che la voglia di aggiudicarsi la fascia tricolore c'è tutta. Ma aperitivi, pranzi, cene, "santini", manifesti e gadget vanno rendicontati. Nel capoluogo, che rientra nella fattispecie nei centri compresi tra i 15 mila e i 100mila abitanti, le spese per la campagna elettorale di ciascun candidato alla carica di sindaco non possono superare l'importo massimo derivante dalla somma della cifra fissa di 25mila euro e dalla ulteriore somma pari al prodotto di un euro per ogni cittadino iscritto nelle liste elettorali comunali.

L'ufficio demografico del Comune non ha ancora diramato il numero degli elettori. Il dato è, però, necessario per calcolare quanto ciascun aspirante sindaco o consigliere potrà investire. Gli aventi diritto al voto, facendo riferimento a quelli di cinque anni fa, sono 39.109. Basta, quindi, moltiplicarli per un euro e sommarli a 25.000 euro per sapere che il candidato a sindaco potrà spendere 64.109 euro. Per quanto riguarda i presenti in lista, la norma prevede che le spese per la campagna elettorale di ciascuno di loro non potrà superare l'importo massimo derivante dalla cifra fissa di 5000 euro e dalla cifra ulteriore pari al prodotto di 0,05 euro per ogni cittadino iscritto nelle liste elettorali. Calcolatrice alla mano, 6.955 euro. Infine, le spese per la campagna di ciascun partito, movimento o lista che partecipa all'elezione, escluse le spese sostenute dai singoli candidati alla carica di sindaco, e di consigliere comunale, non possono superare la somma risultante dal prodotto dell'importo di un euro per il numero di cittadini iscritti nelle liste elettorali comunali. Per la precisione 39.841 euro. Ora, se si considera che sono in corsa sei candidati a sindaco per un totale di 18 liste che avranno al loro interno 576 candidati, si capisce quanto potrà valere questa campagna elettorale.

I sei aspiranti sindaci potranno spendere al massimo 384.654 euro; le 18 liste fino a 703.962; i 576 candidati fino a 4.006.080. La torta complessiva, potenziale, è di 5.094.696 euro. La legge prevede l'obbligo della dichiarazione della rendicontazione dei contributi ricevuti per il finanziamento della campagna elettorale (ciascun candidato deve designare un mandatario che curerà la raccolta dei fondi, avvalendosi di un unico conto corrente) e delle spese sostenute. Tutti, anche se non eletti, devono presentare entro tre mesi dalla competizione il rendiconto delle spese effettuate al Collegio regionale di garanzia. In caso di violazione dei limiti previsti o delle norme che disciplinano la campagna elettorale, così come in caso di mancato o tardivo deposito della dichiarazione della spesa elettorale o di gravi irregolarità nella dichiarazione, il Collegio può punire i singoli candidati con una sanzione in ragione della violazione accertata. Anche nel caso in cui un candidato non sostenga nessuna spesa dovrà trasmettere al collegio una dichiarazione negativa. In questo caso si può evitare la designazione del mandatario ma solo se si impegnano risorse proprie per un importo non superiore a 2500 euro. Per quanto riguarda i partiti, movimenti e liste civiche, i rendiconti vanno presentati entro 45 giorni dalla data di insediamento del Consiglio al presidente dell'Assise civica, all'ufficio elettorale centrale e alla sezione territoriale della corte dei Conti.