Mentre nel Lazio cala il ricorso alla cassa integrazione, nella provincia di Frosinone si assiste ad un aumento. A confermare il trend opposto alle altre province è il dodicesimo rapporto del centro studi della Uil, relativo all'anno 2016. Si passa, infatti, da 11.799.932 a 16.578.916 ore di cassa integrazione, con un incremento del 40,5% su base annua, tendenza confermata dall'ultimo bimestre del 2016, novembre e dicembre, quando l'aumento del ricorso all'ammortizzatore sociale è stato del 25,5%.
«I dati diffusi testimoniano che l'economia della provincia di Frosinone nel 2017 non riesce a riprendersi e ciò desta davvero preoccupazione». Dichiara il consigliere provinciale Capogruppo di Forza Italia Gianluca Quadrini. «Il trend di crescita della cassa integrazione dipinge una situazione molto drammatica per la nostra provincia e indica il radicarsi di una crisi che se non inverte la rotta creerà gravi disagi al sistema produttivo della Ciociaria già fortemente compromesso. È arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità e che le politiche locali si stringano intorno ad un patto per il lavoro con iniziative e strumenti concrei che facciano riprendere la capacità produttiva delle nostre aziende. Proprio la totale mancanza di discontinuità rispetto al passato, deve far capire tutti, a cominciare dalla Regione Lazio passando per l'Ente provincia, che le politiche industriali e del lavoro assunte fino ad oggi, compresa l'area di crisi complessa non hanno prodotto il benché minimo risultato positivo».
La situazione di leggero miglioramento del sud della provincia dove a trainare sono gli investimenti automobilistici fatti da Fca non è la soluzione ai problemi che attanagliano le restanti piccole e medie imprese del territorio. Di fatto, ci sono più di sei aziende dell'area nord Frosinone Anagni i cui 300 dipendenti stanno per avere la proroga della cassa integrazione straordinaria. «E' ora di dire basta ai soliti proclami, occorrono scelte coraggiose, agevolazioni fiscali per le nuove aziende e avvio di nuovi contratti. La nostra provincia non può più continuare ad essere il fanalino di coda, per cui è necessario spostare il baricentro delle politiche che da passive devono diventare una volta per tutte, attive». Conclude il consigliere provinciale Capogruppo di Forza Italia.